A noir, E blanc, I rouge, U vert, O bleu : voyelles,
Je dirai quelque jour vos naissances latentes :
A, noir corset velu des mouches éclatantes
Qui bombinent autour des puanteurs cruelles,
Golfes d’ombre ; E, candeur des vapeurs et des tentes,
Lances des glaciers fiers, rois blancs, frissons d’ombelles ;
I, pourpres, sang craché, rire des lèvres belles
Dans la colère ou les ivresses pénitentes ;
U, cycles, vibrements divins des mers virides,
Paix des pâtis semés d’animaux, paix des rides
Que l’alchimie imprime aux grands fronts studieux ;
O, suprême Clairon plein des strideurs étranges,
Silence traversés des Mondes et des Anges :
– O l’Oméga, rayon violet de Ses Yeux ! –
A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
Io dirò un giorno le vostre nascite latenti:
A, nero corsetto villoso di mosche splendenti
Che ronzano intorno a crudeli fetori,
Golfi d’ombra; E, candori di vapori e tende,
Lance di fieri ghiacciai, bianchi re, brividi d’umbelle;
I, porpora, sangue sputato, risata di belle labbra
Nella collera o nelle ubriachezze penitenti;
U, cicli, vibrazioni divine dei verdi mari,
Pace di pascoli seminati d’animali, pace di rughe
Che l’alchimia imprime nelle ampie fronti studiose;
O, suprema Tromba piena di strani stridori,
Silenzi attraversati da Angeli e Mondi:
– O l’Omega, raggio viola dei suoi Occhi!
A. Rimbaud
Versi di parole, disegni e colori come stimoli sensoriali per dipingere un estremo ordine cosmico, che anche nei ritmi musicali trova i suoi schemi. Come un apparente sillabario elementare, la poesia di Rimbaud racconta la storia di timbri vocalici ai quali riconosce una vita propria, una nascita e una morte. Dal primo verso, con l’associazione tra suoni e colori, l’autore sviscera nelle strofe un elenco d’immagini realistiche in spiegazione di una corrispondenza paradigmatica che troviamo nell’incipit. In una semplicità apparentemente descrittiva, Rimbaud diffonde la singolarità della lingua, la profondità e l’importanza di ogni singolo suono, inevitabile ai fini di un’armonia sensoriale, non solo acustica, che ciascuno di noi può riconoscere ed esserne affascinato.
Il nero della A è affiancato ad uno stimolo visivo ed olfattivo quasi grottesco, come il busto nero delle mosche che ronzano vicino ai cadaveri maleodoranti; ronzano vitali intorno a fetori immobili e richiamanti un senso di decomposizione.
I golfi d’ombra, evocati in seguito, sono un porto rassicurante. Si potrebbe percepire un’immagine di donna paragonata ai “Golfi bui”, bianca quindi rassicurante, ma buia perciò misteriosa. Il bianco della E rievoca immagini sublimi ed eteree; calori nel vapore che fa ondeggiare tende bianche che ricordano come sentirsi a casa. È un bianco che però si fa anche rigido e statico, austero come un ghiacciaio appuntito, pericoloso e aitante, come un sovrano dalle lance bianche, per poi essere accostato a candidi e soffici fiori bianchi, come la pelle di un bambino. Evidente anche in questo caso un forte accostamento d’immagini contrastanti: dall’etereo all’austero per poi rinchiudere il lettore nella morbidezza di un petalo, quasi idealizzato nella sua verginità.
Il rosso della I è intenso, passionale e attraente. Sputi di sangue in un’aggressività espressiva d’impatto, come il suono di questa vocale talvolta stridente, vivono il contrasto accanto alle belle labbra piene di fascino misto ad una femminilità peccatrice, tutt’altro che candida. In un’immagine quindi di vizio e di tentazioni istintuali, la lettera I è contrapposta alla vocale precedente con il suo suono chiuso, poco ospitale e meno accogliente.
La U è verde, naturale e tranquilla, sebbene faticosa da ottenere. Un’atmosfera di serenità nel fluire di “verdi mari” e nella “pace di bestie al pascolo”, accostata ad un’immagine di tensione espressiva tra le rughe di uno studente, alla ricerca di una pace dentro di sé.
“La Superna Tromba” è la O, intesa come la fine di un lungo viaggio da celebrare con grandi suoni. Una morte musicata da un corteo di angeli, osservato dall’alto dall’occhio di uno spettatore, di nuovo una donna, o un Dio giudice silenzioso.
Tutto queste fotografie sonore, udibili dal lettore, giungono ad una morte giudicata.