Nella Madrid di Filippo IV un si distingue un uomo valoroso: Diego Alatriste, capitano di nome ma non di fatto. Ha combattuto nelle Fiandre, riportando varie ferite di cui una al costato che ancora lo tormenta, e ora si guadagna da vivere uccidendo su commissione. Non è un’occupazione illustre, ma maneggiare la spada è la sua migliore abilità, e in qualche modo bisogna sopravvivere.
Anche se è un sicario, Alatriste ha un suo codice d’onore che rispetta severamente: non uccide alle spalle, ha stima della pietà, protegge gli amici. È molto riservato, si risparmia le spacconerie che altri veterani elargiscono sulla pubblica piazza senza pudore, i quali spesso non hanno neanche veramente conosciuto la tragedia della guerra. Il capitano ha molti amici in città, tra cui Francisco de Quevedo, irriverente poeta abilissimo a cacciarsi nei guai. È inoltre un grande ammiratore di Lope de Vega, celeberrimo autore di commedie, il cui personaggio irrora con la sua celebrità gli ambienti del romanzo.
Il nostro capitano riceve un giorno una proposta di lavoro che lo conduce alla presenza di due uomini mascherati. La faccenda è poco chiara sin dall’inizio: viene ordinato a lui ed al suo compagno misterioso (che Diego non conosce) di spaventare e ferire superficialmente due inglesi di passaggio; dopodiché possono tenersi il contenuto delle borse che i due porteranno con sé. Una volta dati gli ordini, uno dei due uomini sparisce e ne compare un terzo, anch’esso mascherato, che ordina loro di uccidere i due inglesi. Tutta la questione appare decisamente oscura a Alatriste, ma il compenso è buono e accetta la proposta.
I suoi presentimenti si riveleranno più che esatti. Molto è stato taciuto della reale identità degli inglesi e delle motivazioni per cui devono essere uccisi. Il capitano si ritrova così coinvolto in una battaglia politica più grande di lui: rischia di perdere la vita! Ma i sotterfugi della corte e delle potenze che hanno il controllo della Spagna in quel periodo sapranno rivelarsi tanto ambigui quanto fruttuosi per Diego Alatriste.
L’intera vicenda è narrata da Iñigo, giovane paggio al servizio del capitano, che prende parte alle sue avventure e anticipa avvenimenti del futuro. Questo romanzo, infatti, è il primo di una lunga serie con Alatriste come protagonista, ed è un ottimo inizio, a mio parere. La narrazione è incalzante: Pérez – Reverte scrive un romanzo storico che sa anche emozionare e divertire oltre ad offrire un accurato affresco della società spagnola dell’epoca. Sicuramente mi addentrerò nella lettura dei romanzi successivi, per immergermi in altre rocambolesche avventure del capitano Diego Alatriste e del suo aiutante Iñigo.