Questo è un ringraziamento disinteressato e spassionato alla letteratura. E’ una lettera alle pagine dei libri, ai romanzi, alle poesie, all’arte di creare le parole adatte, ai guizzi degli scrittori. Pezzi della nostra memoria rilegati, corpi di carta densi di emozioni. E’ una brevissima esposizione di come la letteratura sia in grado di scoprirci, di schiaffeggiarci, di sottoporci al radar della nostra coscienza con il potere della parola scritta, della sintassi, del linguaggio. E’ un apologia delle pagine sfogliate, delle lettere nere dipinte su bianco e al tempo stesso una ribellione contro le stesse quando osano metterci davanti alla verità nuda, cruda e indiscutibile.
E allora ecco, in mancanza di una storia da scrivere, la storia brevissima di un’emozione attraverso il passo di un romanzo, una citazione, un canto: la storia della vergogna.
Per la verità avrei voluto creare un mio racconto ispirato alla vergogna, ma mio malgrado ha avuto la meglio la mancanza di idee, il foglio bianco e il blocco della scrittura. Ragion per cui mi sono rifugiata tra i libri per esprimere in qualche maniera la vergogna.
La vergogna, un sentimento infantile nella sua purezza e pur adulto nell’ineluttabilità degli errori che nasconde.
La vergogna vicina alla pudicizia del Boccaccio:” La donna che assai onesta persona era, udendo così dire al marito, tutta di vergogna arrossì.”
La vergogna sarcastica di Ennio Flaiano:” E rivolto al gatto che ci guardava spavaldo: Vergogna! Va a prendere Topi.”
La vergogna carica di aspettative deluse di John Coetzee:” Quando qualcuno soffre ingiustamente è destino di coloro che assistono alla sofferenza provarne vergogna”.
La vergogna cantata da Dante, quella che urla condanna:” E il peccator, che ‘ntese, non si infinse, ma drizzò verso me l’animo e ‘l’ volto e di trista vergogna si dipinse”
Insomma avrei volentieri creato una storia sulla vergogna. Ma la storia non c’era e mi ha aiutato la letteratura.
Ecco la mia brevissima storia sulla vergogna, il mio breve contributo frutto della fiducia che ho riposto e sempre riporrò nella pagine di un libro:
“Triste, non si intese con il foglio ma scrisse comunque, guardando il gatto. Rileggendosi soffrì talmente tanto per il danno provocato alla pagina che se si dipinse il volto di vergogna e arrossì.
Un topo si accorse di tutto.”
Grazie letteratura