Photo by nerdontheinside
Guardami. Sono l’unica risposta che avrai mai. Non perché lo meriti, ma per il mondo che ci brucia intorno mentre la gente lo chiama paradiso. Guardami e vedrai il sole. Non perché risplendo, ma per l’esplosione dei nostri occhi in un incontro. E se ti volti sono ceco. Per questo, guardami.
Spostami. Sii la mia corrente, ché se anche mi separi dalla riva, rimaniamo noi due soli. Sommergimi, affogami, non lasciarmi respirare. Vivrò meglio di prima. Non farmi stare fermo, infrangiti di petto, decidi tu la direzione e spostami.
Straziami, non darmi tregua, ricordati di me. Io che conosco le tue voci, ogni tuo singolo accento; ho capito la rabbia, la tristezza e la disperazione; come cambiano le vocali, si aprono gli accenti… Capita anche a me. Capiscimi. E anche se non chiedo, rispondimi. La voce a volte non sa ragionare.
Toccami anche se non ne ho bisogno, così come il sonno rubato della sera. Fai attenzione alle mie ore, ai miei respiri mancati, ai miei turbamenti. Riempi col cemento il vuoto sotto ai piedi, salvami dai dubbi, fammi camminare senza intralci.
Fulminami, sorprendimi con la luce di un sorriso. E non fermarti mai. Fammi tremare con la tua felicità.