Ad esser sinceri un po’ ce lo aspettavamo: dopo il lancio dell’ iBook Store di Apple, quello di Amazon e perfino di Telecom, arriva Google Editions.
L’azienda di Mountain View si dice già prontissima per il lancio sul mercato, con oltre 200 editori già in trattativa, ad essi saranno aggiunti tutti i volumi per i quali è impossibile assegnare la paternità dei diritti d’autore (vedi i grandi classici, ad esempio).
Per quanto riguarda i termini e gli accordi, sembrerebbe esserci una relativa correttezza da parte dell’editore americano che, si legge, lascia spazio al relativo autore/editore per accordi con terze parti, il contratto quindi non rappresenta vincolo di esclusività:
In order to make your content available for purchase when we begin selling Google Editions in 2010, you will need to agree to an addendum to your existing agreement. Note that the Google Editions addendum does not represent an exclusive partnership. If you currently participate in other programs, you may wish to consult the program guidelines or reach out to those third parties directly. In your Partner Program account, you will be presented with these terms when you click on the new Google Editions tab in your account.
Per le informazioni complete, vi rimandiamo qui alla pagina ufficiale, dove potrete iscrivervi come editori o autori, decidere il prezzo di copertina e se assegnare al vostro manoscritto un codice ISBN per la vendita in libreria.
Chissà per quale motivo non ce la sentiamo proprio di chiamare questi prodotti “librerie”, forse perchè una libreria dovrebbe rappresentare innanzitutto un luogo fisico, di scambio, forse perchè siamo arretrati, come piace dire a molti.Forse semplicemente perchè la cultura viene intesa come un contatto fisico con la cellulosa prima ancora che mentale.
Balle.
Verrebbe da pensare alle piazze, ai bar, perfino agli uffici postali, prima troppo affolati ed ora persino troppo vuoti per i nostri gusti. Tutto si fa online, o quasi, si è persa la poesia? Non credo: è la naturale evoluzione, senza saremmo morti.