Come ogni anno in questo periodo sta per essere conferito uno dei premi letterari italiani più importanti della penisola, sto parlando ovviamente del Premio Strega.
Questo riconoscimento letterario ha una storia molto interessante sia per le sue origini che per i nomi che lo hanno rappresentato nel corso delle sue numerose edizioni, personaggi come Moravia, Gadda, Eco, Morante, Pavese e Bassani.
Guido Alberti, comproprietario della fabbrica di torroni Alberti e del Liquore Strega, frequentava attivamente il salotto letterario romano dei coniugi Maria e Goffredo Bellonci, l’incontro per la sua cadenza settimanale veniva chiamato gli “Amici della Domenica”. Fu proprio da uno di questi incontri e dall’amicizia che legava le tre personalità sopracitate che nacque il Premio Strega nel 1947, anno in cui venne premiato Ennio Flaiano per il suo romanzo “Tempo di uccidere”.
Il premio letterario viene conferito oggi da 400 membri che, prendendo in esame le pubblicazioni avvenute tra il primo di aprile dell’anno precedente e il 31 marzo dell’anno in corso, decretano il vincitore del premio.
Quest’anno il Premio Strega verrà assegnato per la 67° volta e sono attualmente 26 gli scritti proposti dagli “Amici” al Comitato direttivo del Premio che, presieduto da Tullio de Mauro, si riunirà il 16 aprile per scegliere i 12 libri che si confronteranno in questa edizione. I titoli sono i seguenti:
- “Apnea” il ritorno alla vita di Lorenzo Amurri che racconta dell’incidente che lo ha paralizzato dal petto in giù, e della preoccupazione di tornare a muovere le mani per impugnare nuovamente la chitarra, sua grande passione.
- “La società segreta degli eretici” di Ilaria Beltramme, un romanzo in cui si mescolano Santa Inquisizione e libri perduti.
- “La Seconda India” un racconto on-the-road di Laura Bocci in cui un giovane napoletano scopre i contrasti di un mondo che oppone un’estrema arretratezza ad una incalzante modernità, un mondo che gli aprirà gli occhi sul groviglio familiare che ha lasciato in Italia.
- “Da costa a costa” di Lorenzo Bracco e Dario Voltolini, un diario scritto a quattro mani durante un viaggio in mare da uno psicoterapeuta e il suo cliente.
- “La mia unica amica” di Eliana Bouchard, in cui due bambine si trovano a condividere il banco scolastico per nove mesi toccando argomenti scomodi anche agli adulti, il bene e il male, la gelosia, l’invidia e la verità.
- “El especialista de Barcelona” di Aldo Busi, uno Scrittore seduto sulla Rambla con la voglia di dimenticare.
- “Romanzo irresistibile della mia vita vera” nel quale Gaetano Cappelli cuce insieme vita vissuta e storia d’Italia attraverso l’incontro del protagonista con una donna capace di sconvolgere la sua esistenza anche a distanza di trent’anni.
- “Esercizi sulla madre“ una storia tra abbandono e ricordo di Luigi Romolo Carrino che scrive di un bambino in attesa del ritorno della madre per dieci lunghe ore, e del bambino ormai uomo che in un ospedale psichiatrico cerca di ricordare quella notte.
- “Cate, io” di Matteo Cellini, forte quadro sull’adolescenza, quando temiamo lo sguardo degli altri puntato su di noi.
- “Cacciatori di frodo” di Alessandro Cinquegrani, un uomo che cammina lungo un binario morto, un monologo ininterrotto di sentimenti mai espressi.
- “Sofia si veste sempre di nero” ,una donna, una vita in dieci racconti, la leggerezza dell’infanzia e i bilanci della maturità raccontate da Paolo Cognetti.
- “Il candore delle cornacchie” di Totò Cuffaro, noto per i suoi legami con Cosa Nostra, racconta dell’esperienza in carcere.
- “Di muro in muro”, il riepilogo tra esperienza umana e la politica del ’68 di Geppino D’Alò.
- “Mandami tanta vita” in cui Paolo di Paolo evoca un protagonista del primo ‘900 rappresentando i rischi e le preoccupazioni dell’essere giovani.
- “Il cielo è dei potenti” rappresentazione del come eravamo di Alessandra Fiori, protagonista un uomo con la propensione al comando ai tempi della Prima Repubblica.
- “Però un paese ci vuole” in cui anche Giovanna Grignaffi mette a nudo i sogni e le delusioni delle generazioni tra anni ’50 e ’60.
- “Gola di Pietra” di Luigi Lambertini, un eterna altalena tra amori dimenticati e ricordi che riaffiorano portati dal destino.
- “Suicide Tuesday” è un espressione inglese che indica la depressione profonda che sopraggiunge dopo un finesettimana tra droghe e alcool, un racconto in tre giornate di Francesco Leto.
- “L’uso della vita.1968” di Romano Luperini narra del ’68, toccando l’esperienza dell’individuo e quella nazionale della rivoluzione perennemente mancata.
- “Atti mancati” di Matteo Marchesini, un altro romanzo che torna sui propri passi in cui incontro e allontanamento fungono da cornice della vicenda.
- “Le colpe dei padri” un libro in cui Alessandro Perissinotto fonde il tema del doppio a quello del fallimento dell’uomo usando come sfondo la rovina dell’industria italiana.
- “Figli dello stesso padre” di Romana Petri racconta del figlio prediletto e abbandonato e del non voluto e odiato che incontrandosi nuovamente permetteranno a vecchie emozioni di riemergere.
- “ L’esilio dei figli” con il quale Claudia Pozzo racconta di tre generazioni, dagli anni’60 in poi, la voce narrante è il figlio di un rivoluzionario che nel padre vede il passato e nei fallimenti rivoluzionari un futuro incerto.
- “Resistere non serve a niente” è un lavoro di Walter Siti che scruta nel mondo della finanza, negli angoli in cui giusto e sbagliato si confondono di fronte al numero di zeri di un assegno, e la corruzione trova un volto in banchieri ed esperti di finanza.
- “Nessuno sa di noi” una delicata situazione raccontata da Simona Sparaco, un coppia si trova costretta ad affrontare una scelta che cambierà la loro esistenza e quella del bambino che aspettano.
- “Stringimi prima che arrivi la notte” di Claudio Volpe, la disgregazione di una famiglia che si ripercuote sulla figlia in costante lotta con l’incubo dell’anoressia.
Qualunque sarà il vincitore del Premio Strega la decisione finale spetterà al tempo e ai lettori.
Voi cosa ne pensate? Avete letto qualcuno di questi romanzi?