Ti piace l’amore?” chiese guardando dritto di fronte, dove si alzava la fiancata di una barca colorata di bianco e di una striscia azzurra.
“Prima di questa estate lo leggevo nei libri e non capivo perché gli adulti si scaldavano tanto. Adesso lo so, fa succedere cambiamenti e alle persone piace essere cambiate. Non so se piace a me, però ce l’ho e prima non c’era.”
“Ce l’hai?”
“Sì, mi sono accorto di avercelo. È cominciato dalla mano, la prima volta che me l’hai tenuta. Mantenere è il mio verbo preferito.”
Erri De Luca pubblica nel 2011 “I pesci non chiudono gli occhi”, la storia di un ragazzino che attraverso varie peripezie incontra l’amore, dieci anni e una voglia incontrollabile di vivere. A metà strada tra il vissuto e il ricordo, tra la formazione e l’indagine, il lettore è catapultato nella realtà del protagonista, in quell’estate, su quella spiaggia, accompagnato dai rumori del mare e dagli schiamazzi degli adolescenti.
De Luca decide di utilizzare la prima persona, conscio di riuscire in questo modo ad immettere direttamente nella narrazione chi legge, e di dare vita ad una sorta di flusso di coscienza che analizza l’iniziazione alla vita di un ragazzino che diventa adulto. Quel giovane è proprio lui, quell’isola la sua terra di passaggio, quegli odori i ricordi di un tempo. Lo scrittore fa un passo importante: decide di conoscersi attraverso ciò che era, ciò che ha vissuto, spiegando agli altri e a se stesso l’uomo che è diventato.
Un’estate, un’amore, una lotta a chi è più duro, l’interesse per il mare, per la semplicità, per la vita di quei pescatori che lo scrittore tanto ammira.
Non avevo toccato niente di così liscio fino allora. Ora so neanche fino a oggi. Glielo dissi, che il suo palmo di mano era meglio del cavo di conchiglia, mentre risalivamo a riva, staccati.
“Lo sai che hai detto una frase d’amore?” disse avviandosi verso l’ombrellone.Una frase d’amore? Neanche so cos’è, che le è venuto in mente?… ma si è sbagliata. Ho detto una frase di stupore.”
Tra pescatori sul molo, il sole che illumina l’isola, gli scontri tra i ragazzi e il sapore della salsedine misto a quello dei baci, lo scrittore fa un tuffo nel passato e nelle nuove sensazioni che l’amore regala. Il “mantenere” è in assoluto il verbo predominante: mantenere come tenere fermo tra le mani un sentimento, un odore, una sensazione; mantenere per sentire la pelle liscia sotto le mani; mantenere per avere gli occhi aperti come i pesci, quando si bacia, quando si vive.