Meccanicità, abitudine, ripetizione stroncano l’immaginazione, la liberazione dei sensi e delle azioni che troppo spesso sono ingabbiati in stili di vita, routine quotidiana e azioni prestabilite. Si ripetono quasi ogni giorno gli stessi riti, i medesimi impegni, le solite scelte. Come si sfugge a tutto questo? Tanti si inventano hobby, partecipano a competizioni sportive, frequentano club e associazioni per occupare il tempo libero.
Altri, invece, creano. Potrebbe essere semplicemente decorare una tazza anonima e pallida, o lavorare a maglia. Oppure dipingere, fotografare, scrivere. Qualsiasi cosa che sia frutto di un atto spontaneo e creativo, che sia una fonte di novità e conoscenza introspettiva. Così la pensa Frederick Terral che, nel suo Alternative Motivational Posters, invita chi legge ad abbondare divano e telecomando e dedicarsi alla creazione. Infatti, “non devi essere Picasso o Mozart per creare. […] Crea per ricordare a te stesso che sei vivo. Crea per ispirare gli altri a fare lo stesso. Crea per imparare qualcosa in più su te stesso”. Terral sprona a vivere un’esistenza creativa, non solo incentrata sul successo, la carriera, le conquiste economiche, il benessere. Vivere, secondo Terral, comporta instillare creatività e originalità in ogni singolo giorno, sia pure con un semplice gesto imperfetto o dimenticanza.
The Cult of Done Manifesto parla proprio di questo. Bre Pettis e Kio Stark benedicono l’imperfezione della creazione e bandiscono il procrastinare e l’iterazione di gesti abituali. L’arte del fare e del creare, del conoscere ciò che si fa e averne coscienza, sono alla base dell’atto creativo, essenziale per poter dire di vivere una vita imperfetta e, per questo, non banale. La ripetizione come consunzione quotidiana viene abbandonata in favore dell’assenza di un programma da espletare o da un piano da seguire. Il tutto per riempire i giorni di esperienze e conoscenze inaspettate.
Un altro manifesto che invita all’azione e alla novità creativa è The Holstee Manifesto. “Questa è la tua vita. Fa ciò che ami e fallo spesso. Se non ti piace qualcosa, cambiala. Se non ami il tuo lavoro, abbandonalo. Se non hai abbastanza tempo, smetti di guardare la tv. […] La vita è semplice. Apri la tua mente, braccia a cuore a cose e persone nuove, unite nelle loro differenze. […] La vita sono le persone che incontri e le cose che crei insieme a loro, perciò esci e inizia a creare”. Niente di più semplice ed immediato. Eppure serve un atto di coraggio sognante e di responsabilità creativa per attuare tutto questo.
Bisogna prendere sul serio i sogni e crederci davvero, e capire che Work Is Not a Job (Il lavoro non è un mestiere), poiché bisogna imparare ad essere “responsabili del talento che ci è stato donato” e ad usarlo per “lavorare su ciò che amiamo”. O almeno così vorrebbe Catharina Bruns, per la quale la creatività diventa un modo straordinario per dare il proprio contributo al mondo.
Staccarsi dalla routine, trovare una dimensione propria, smettere di fare ciò che non si ama e coltivare il proprio talento seguendo una strada percorsa da pochi. Creare nuovi spazi, nuovi incontri. Aprire la finestra e fare entrare aria fresca.