Roberto Saviano è ormai un personaggio pubblico che non ha bisogno di essere presentato. La sua vita è radicalmente cambiata dalla pubblicazione di “Gomorra”, il libro che lo ha reso un grande esperto degli affari che riguardano la Camorra. Roberto Saviano ha riscosso un grande successo nel 2006, successo che lo ha portato a moltissime apparizioni televisive e che lo ha spinto a creare sempre maggiore informazione su come la Camorra, la ‘Ndrangheta e la Mafia reclutano, commerciano, operano e si strutturano nei territori di competenza e non solo.
Gomorra un caso letterario che non smette di far parlare di sé. Molti esperti prima di Saviano avevano trattato questo argomento così delicato, ma è un lavoro che era stato sempre fatto con spirito quasi scientifico, attento all’analisi, alla storia e all’impatto economico. Con Saviano si assiste invece all’ingresso della Camorra nella letteratura, o della letteratura nel dossier giornalistico. Gomorra infatti presenta delle caratteristiche quasi uniche, lo scrittore-giornalista unisce gli stili rendendo storia l’informazione giornalistica e conferendo all’impersonalità del dossier una certa umanità. Saviano costruisce un libro che non è un romanzo, ma è un lavoro che non si può neanche chiamare giornalismo.
La specialità dello scrittore campano sta nel fatto di farci conoscere all’interno delle specifiche circostanze “i personaggi” che scrivono letteralmente le storie di cui è composto il romanzo. Leggiamo del padre di famiglia vessato dalle mafie, del gruppo camorristico in guerra con un altro, del porto di Napoli al centro di un enorme commercio mondiale. Le storie di cui si fa portavoce Saviano sono legate insieme da un “Io” narrante, chiamato proprio Roberto, questo “Io” in alcune occasioni presenta qualche forzatura narrativa ma resta nonostante tutto il centro tematico dell’opera di Saviano. Questa prima persona rappresenta l’uomo onesto e coraggioso che denuncia in prima persona i fatti e fa i nomi di coloro che devastano la realtà campana e napoletana.
Nel 2008 Matteo Garrone dirige “Gomorra” nella sua versione cinematografica e, riducendo lo spessore narrativo, il regista si concentra su quei tratti oscuri e cupi che serpeggiano in tutto il romanzo, ma che si evidenziano particolarmente nelle storie scelte per il film. Nel lavoro di Garrone l’ ”Io” suddetto diventa la cinepresa e inevitabilmente viene ad affievolirsi l’effetto di denuncia che lascia maggior spazio a quello documentaristico.
Il film ha ottenuto ottimi incassi e negli anni seguenti ha provocato alcuni scandali e lamentele. Per esempio circa un anno fa la produzione del film è stata accusata di essere scesa a patti con la Camorra per girare alcune scene del film a Scampia, e questo ha del paradossale. Le lamentele invece sono molto più recenti e giungono direttamente dagli abitanti dei quartieri che, come le Vele, vedono le proprie strade prese di mira dai set cinematografici, i quali non perdono occasione di rafforzare quel luogo comune che fa di Napoli e di alcuni determinati quartieri terra di delinquenti e di Camorra, dimenticando e ignorando la presenza di gente che lotta realmente contro questa realtà.
A proposito di ciò è in arrivo un nuovo lavoro che proporrà una rilettura del romanzo di Saviano. Si tratta di una miniserie incentrata sui fatti narrati in Gomorra e che allo stesso tempo darà una voce alla resistenza di coloro che convivono al confine tra legalità e illegalità.
Stefano Sollima, autore anche della serie Romanzo Criminale, dirigerà per Sky questa serie su Gomorra prodotta da Cattleya con Fandango e Beta. Il lavoro finale vedrà la produzione di 12 episodi con un cast napoletano al 100% che rivisiterà i luoghi descritti da Saviano.
Probabilmente questa nuova soluzione potrebbe risultare la migliore forma per sviscerare totalmente i temi e le situazioni trattati da un romanzo che nonostante gli sforzi di risultare unitario, resta sostanzialmente, per la sua natura, episodico negli argomenti.
Non ci resta dunque che attendere la fine delle riprese, che sono già iniziate, e la prima visione su Sky prima e La7 poi nel 2014, per giudicare i frutti di quello che si prospetta un arduo progetto.