Per il professor Mondrian Kilroy non esiste l’onestà intellettuale. È triste dirlo, ma non ci sono dubbi. Quella rara qualità di ammettere, molto spesso a proprio svantaggio, dei dati di fatto anche scomodi, ma veri, senza pregiudizi, in modo imparziale sarebbe una mera utopia. Il suo saggio, infatti, parla chiaro e parla attraverso sei tesi che andranno a plasmare un teorema, secondo molti, inattaccabile. L’assioma è che gli uomini hanno idee, straordinarie manifestazioni caotiche di infinito e galassie di intuizioni, tanto belle quanto inutilizzabili ai fini pratici.
Queste idee, però, quando si decide di esprimerle agli altri ( e qui cominciano i guai ), devono necessariamente prendere una forma coerente, comprensibile. Le si deve ordinare, modellare, sintetizzare, tagliare fino a che cessano di essere, appunto, quel meraviglioso infinito che erano. Ma non finisce qui perché chi le ascolta ti sta addosso, vuole capire e ovviamente le confuta. Tu però vai avanti, non ti poni nemmeno il problema che quello che stai asserendo potrebbe essere falso. La battaglia è cominciata: adesso devi aggiustare, affinare, modellare quella tua idea in modo che nessuno più possa obiettarla. E a forza di lavorarci ti riesce: l’idea, ormai lontana parente di quella originaria, è diventata un’idea artificiale. Però funziona, ottiene consensi, è solida: è un’arma! Attraverso di essa ti fai strada, percepisci negli sguardi degli altri quell’ammirazione e quel rispetto che avevi sempre sognato. Il rispetto, d’accordo, ma il prezzo è alto!
Il prezzo sei tu, le tue convinzioni, la tua coscienza, la tua natura intellettuale che è stata violentata, umiliata, trasformata per i tuoi secondi fini. La soluzione però c’è, è lì, a portata di mano: basterebbe tacere. Per non rovinare quello spazio sublime del nostro essere più profondo resta solo una cosa da fare, non aprire quella bocca, quello strumento diabolico che, asservendosi al bisogno di tradurre in parole i nostri più intimi pensieri, esprime concetti distorti ed errati.
Un momento, ma questa del professor Kilroy non è anch’essa un’espressione di un concetto e quindi come tale opinabile? Certo che lo è, ma è di un’altra natura, è un’idea senza tempo e quindi non attaccabile perché Mondrian Kilroy non esiste, almeno in questa dimensione spazio-temporale, esiste soltanto per i lettori di Alessandro Baricco e della sua “City”.