Erasmo nasce a Rotterdam in Olanda attorno al 1666/69. Ancora giovane entra nel convento agostiniano di Steyn, vicino a Gouda dove aveva intrapreso i primi studi di Latino e di Retorica. Qui instaura una profonda e intima amicizia con un suo compagno di cella, Servatius Rotger, caratterizzata da un forte amore platonico. La sua predilezione per la letteratura e la poesia si scontra ben presto con le esigenze monacali di una vita maggiormente orientata alle cose di Dio piuttosto che alle faccende umane. Nonostante questo nel 1492 viene ordinato canonico agostiniano. Poco dopo però lascia il convento e diventa segretario del vescovo di Cambrai. Non contento di questa soluzione nel 1495 va a studiare all’Università di Parigi. Per arrotondare il misero sussidio che gli dà il vescovo di Cambrai tiene lezioni private di Latino.
La sua intenzione è quella di laurearsi in Teologia, ma la Scolastica di Duns Scoto che viene insegnata nelle Facoltà Teologiche dell’epoca è molto complessa, molto strutturata, colma di “arzigogoli e sottigliezze sofistiche, concepiti da ignoranti e attaccabrighe: nascono liti su liti e noi, molto compresi, disputiamo su questioni di lana caprina e solleviamo problemi quasi insopportabili per orecchie pie”, come scrive lui stesso.
Nel 1499 si trasferisce in Inghilterra e diventa precettore di William Blount, quarto barone di Mountjoy, che sarà poi maestro del principe Enrico. Qui ha l’opportunità di conoscere molti intellettuali ed esponenti dell’aristocrazia, tra i quali anche Tommaso Moro.
Nel 1500 torna a Parigi e nuovamente si ritrova a dover fare i conti con ristrettezze economiche. Per poter proseguire le sue ricerche e continuare a scrivere cerca il sostegno di alcuni benefattori. Una di questi è Anna van Borsselen, alla quale scrive: “con i miei scritti renderò a questa gentilissima signora più onore di tutti gli altri teologi da lei protetti. Mentre essi predicano banalità effimere, quello che scrivo io è destinato a durare. Quegli ottusi chiacchieroni si possono ascoltare in questa o quella chiesa, mentre i miei libri vengono letti da latini, da greci, da tutti i popoli della terra. Di tali ottusi teologi se ne trovano in abbondanza, uno come me non lo si vede da secoli”.
Come potete vedere Erasmo ha una grande stima di se stesso e un atteggiamento polemico verso i teologi. Nei suoi scritti insisterà molto sulla incapacità di questi ultimi di farsi comprendere dalla gente, le parole che riserverà loro saranno piene di sarcasmo.
Nel 1506 si trasferisce in Italia, dove vi resta per tre anni. Si laurea in Teologia presso l’Università di Torino, poi si trasferisce a Bologna e infine a Venezia, ospite del suocero dell’editore Aldo Manunzio.
Nel 1509 sale al trono d’Inghilterra Enrico VIII. Erasmo allettato dai possibili guadagni che avrebbe potuto ottenere decide di trasferirsi nuovamente in Inghilterra.
Qui scrive la sua opera più conosciuta, Elogio della follia. Così scrive all’inizio del testo: “Presso di me non vi è luogo per i belletti, io non fingo una cosa con la fronte e soffoco l’altra nel cuore. Sono in tutto e per tutto uguale a me stesso, tanto che non riescono a nascondermi nemmeno coloro che più si arrogano la figura e il titolo di sapienti e passeggiano come scimmie avvolte nella porpora, asini in pelle di leone. Per quanto cerchino di fingere, da qualche parte spuntano sempre le orecchie e rivelano un Mida. Genia ingrata anche questa, in fede mia: membri d’onore del nostro partito, che pure in pubblico si vergognano del nostro nome tanto da gettarlo comunemente in faccia agli altri come un pesante insulto. E dunque questi campioni di autentica follia, però desiderosi di passare per saggi, per altrettanti Talete, non potremo chiamarli più che mai a buon diritto saggi di follia?”.
Il testo prosegue su questo tono giocando sulla contrapposizione tra follia e saggezza e su come spesso la follia diventi saggezza e la saggezza diventi follia. Vi invito a leggere questo libro perché in esso potete trovare argomenti tutt’oggi attuali e comportamenti umani che non sono per nulla passati di moda.
Nel 1514, dopo essersi trasferito da Cambridge a Londra e poi a Lovanio, si stabilisce infine a Basilea.
Nel 1517 le Tesi di Martin Lutero cominciano a provocare le prime reazioni. Sebbene Erasmo critichi l’atteggiamento dei Ministri della Chiesa Cattolica e la Teologia cattolica medievale distante dalla semplicità evangelica e pur condividendo molte delle tesi sostenute da Lutero, egli si trova con lui in conflitto sulla questione del libero arbitrio.
La Riforma luterana prende sempre più piede ed Erasmo è costretto a trasferirsi da Basilea (diventata ormai luterana) a Friburgo, rimasta ancora cattolica.
Nonostante il suo dichiarato distacco dalla Riforma, egli viene associato a Lutero e i suoi libri bruciati a Milano insieme a quelli di Lutero.
Erasmo muore nel 1536 a Basilea, dove era tornato per accordarsi con il suo editore riguardo alla pubblicazione dell’Ecclesiaste.