Per prima cosa ci vogliono gli ingredienti.
L’ingrediente viene dal latino ingredièntem, che è il participio passato di ingredi, cioè: Entrare.
Entrare nella composizione di qualsiasi cosa.
Si può essere ingrediente oppure si possono mischiare gli ingredienti
Ma quando stai mischiando qualcosa, tu non sei escluso da tale azione.
“Carne e anima impastata senza te”, cantava una vecchia canzone di Marcella Bella (chi è costei?!?!?)
E state pur certi che gli ingredienti non si usano solo in cucina.
In tedesco si dice Zutat, che vuol dire anche “fatti” e “stoffa”
L’ingrediente, in medicina, è attivo quando fa ottenere l’effetto desiderato
Tra gli ingredienti ci possono essere gli “aromi”, e se parliamo di aromi allora dobbiamo chiederci: dove finisce l’olfatto e inizia il gusto? I due sensi sono inseparabili: la tentazione del caffè non nasce dal suo sapore, che lascia una traccia di fumo e brace nel ricordo, ma dalla sua intensa e misteriosa fragranza.
A occhi chiusi e col naso tappato non possiamo riconoscere la differenza tra una patata e una mela.L’olfatto è preciso, rapido e potente e si incide nella memoria con tenace persistenza.
Abbiamo un sensore all’ingresso delle fosse nasali che non coglie gli odori ma i ferormoni, cioè in parole povere, le intenzioni.
L’aroma del corpo è eccitante, altrettanto lo è un pasto fresco e preparato con cura.
I profumi in cucina non fanno venire solo “l’acquolina in bocca” ma fanno palpitare il desiderio in maniera davvero molto simile a quello erotico.
Chiudete gli occhi e cercate di immaginare il profumo preciso che viene da una padella in cui stanno sfrigolando cipolle, aglio, peperoncini e piccoli pomodori.
Ci si può commuovere fino alle lacrime sentendo l’aroma delle spezie messe a tostare sul fuoco; si può udire il suono conosciuto dell’anima e tutti i tormenti di lei che ancora non conosciamo.
e se non volessimo conoscerli?!