Le assurdità che ruotano attorno al tema dell’omosessualità non smettono mai di stupirmi. E così mi ritrovo a visionare un servizio dell’ultima puntata del programma ‘Le Iene’, dove un’associazione che si definisce cattolica, all’interno di un convento delle suore francescane, mette a disposizione di persone omosessuali dei ‘percorsi per la guarigione’. Come sostiene la moglie del fondatore dell’associazione, il quale dichiara di essere un ‘ex gay’ guarito proprio con questo sistema: “Noi non siamo degli insegnanti, non abbiamo titolo di studio, siamo semplicemente degli strumenti di Dio”. In pratica si sostiene che questo percorso faccia guarire dall’omosessualità, come fosse una vera e propria malattia, che credendo in Dio non si possa diventare mai omosessuali e che addirittura la società sta tentando di accettare tale natura come un fatto normale quando invece non dovrebbe essere così; gli stessi psicologi non potrebbero dire che l’omosessualità è una malattia perché facenti parte di varie lobby.
Insomma si inculcano nei presenti idee totalmente fuorvianti che non fanno altro che destabilizzare ancora di più ragazzi e ragazze che si trovavano lì perché in serie difficoltà con il proprio Io. Addirittura c’era un ragazzo che aveva preparato il piano per il suicidio e c’era chi invece aveva paura di dire ai propri genitori e ai propri amici di essere omosessuale. Infine si consiglia ai partecipanti di interrompere le amicizie sia con le amiche donne, le quali come sostiene la moglie del fondatore devono essere solo un “Oggetto del desiderio”, sia con gli amici di genere maschile. Il servizio è l’emblema di due facce della medaglia.
Da una parte c’è chi ritiene che dall’omosessualità si possa guarire con cure e percorsi speciali, c’è anche chi ritiene che sia un peccato e che quindi ci si debba pentire e chiedere perdono a Dio. Cosa che mi lascia non poco perplesso, in quanto mi chiedo come si possa credere in supposizioni del genere senza riflettere su ciò che dice realmente la religione cristiana. Sulle fantomatiche cure c’è poco da commentare, sono solo frutto di ignoranza e credenze ormai anacronistiche. L’altra faccia della medaglia è composta ancora dal timore di dichiararsi da parte di ragazzi e ragazze che hanno addirittura la paura di dirlo ai propri genitori in quanto convinti che non l’accetterebbero in maniera positiva. Così come la difficoltà di dirlo anche agli amici e alle persone che frequentano di solito. Ciò sottolinea un disagio che si prova all’interno di una società evidentemente ancora retrograda nei confronti di determinati temi.
In tutto questo a rimetterci sono quegli omosessuali che diventano sempre più vulnerabili a livello psicologico, perché in pratica la loro vita diventa un continuo fingere e non riescono a esprimere se stessi. A rimetterci è la civiltà di un popolo che con supposizioni totalmente assurde e in nome della religione, perde di vista la dignità di un essere umano. A rimetterci, infine, è il progresso che si esprime anche attraverso determinate aperture mentali nei confronti di determinate realtà che invece, ancora ai giorni nostri, sono insormontabili tabù.