Temporis Partus Masculus (Il parto mascolino del tempo), titolo ambiguo che non può non suscitare, fin da subito, un’apparente vena sessista, è una delle opere più significative di Francis Bacon.
Con scrittura pungente e dall’appiglio forense, il grande filosofo inglese denuncia e mette alla sbarra i grandi maestri del pensiero antico, demolendone le teorie e ridicolizzando la fama che li ha accompagnati per secoli: Aristotele, il peggiore dei sofisti… Galeno, uomo di vedute assai corte… Platone, sofista sfacciato, gonfio di poesia… ed altri ancora, in un vortice di satira, critica culturale e grande erudizione. In realtà, il linguaggio forense e ironico del Bacon filosofo non è riducibile soltanto a mero vezzo intellettuale, ma è soprattutto da ritenersi una provocazione studiata e costruita con intelligente pedanteria, senza la quale il suo pensiero risulterebbe informale e oggettivamente sterile. Infatti la sua scrittura è essenzialmente a carattere giuridico. Mediante l’uso di un linguaggio dotto ma mai prosastico, contrappose il diritto alla tradizione, distinguendo un’epoca antica, caratterizzata dall’Arbitrio, e un’epoca moderna, la cui principale caratteristica è la Giustizia.
Il titolo completo dell’opera, Il parto mascolino del tempo o la grande instaurazione dell’impero dell’uomo sull’universo, è utile fin da subito per capire il peculiare concetto baconiano di progresso – filosofico, scientifico e sociale – visto come un parto del proprio tempo. Deve il successo al titolo, che rende ancor oggi inesausto lo spirito provocatore dell’opera, l’epiteto “mascolino”, mediante il quale il filosofo ha voluto evidenziare il contrasto che nasce tra la Scienza, attiva e maschile, e la Natura, passiva e femminile. Oppure, per richiamare implicitamente il mito antico della saggezza, Minerva, che nasce dalla testa di Zeus.
Per capire al meglio la concezione baconiana di progresso, è utile riportare, quasi per intero, un passo tratto dall’opera:
“…fra i riposti abissi dell’antichità e i giorni delle tradizioni e delle testimonianze che seguirono, si stende, per così dire, il velo delle favole, velo il quale ricopre la regione intermedia che separa ciò che è perito da ciò che sopravvive.”
L’antichità è indubbiamente ciò che è perito, ma il velo delle favole possiede ancora una verità che deve essere del tutto indagata. Le tradizioni, il mito e le testimonianze sono la cerniera che ci consentono di interpretare e capire il mondo, traghettandoci verso ciò che sopravvive.
Il parto mascolino è una metafora potente, ricca di suggestioni, e forse rappresenta al meglio la modernità. L’idea di Scienza maschile che feconda una Natura femminile, condotta a un casto matrimonio con l’Uomo per realizzare l’impero dell’Umanità sull’Universo, è stata facilmente strumentalizzata da ecologisti, femministe devote e ossequiose, e anti-capitalisti di maniera e petulanti per attaccare l’attuale civiltà industriale e il progressismo scientifico, oramai simboli di un’infamia che sta degradando e avvelenando il mondo. Fortunatamente le intenzioni del Lord Cancelliere furono decisamente più nobili. In una delle sue ultime opere, Bacon progettò una nuova Atlantide dove alcune tra le più geniali menti umane si danno da fare per migliore, attraverso il loro sapere e le loro scoperte, la vita di ogni singolo individuo sulla Terra.
Il motto di questo grande filosofo è semplice: sapere è potere (infinitamente famoso!). Bacon fu tra i primissimi a percepire quanto l’avanzamento dei saperi e della cultura potesse giovare all’umanità, descrivendo i veri valori della ricerca scientifica e distinguendoli dalle credenze e dalle convinzioni, così come fu del tutto consapevole dell’ambivalenza delle scoperte in campo tecnologico, che possono al contempo produrre il male e offrirvi rimedio.