Sfogliando le pagine del settimanale ‘Il venerdì’ di Repubblica leggo che a Nimes, nel Sud della Francia, ha aperto la prima panetteria che vende il pane ma anche dolci e altri prodotti a basso costo. Una baguette costa 40 centesimi invece di 90, così come una brioche la si acquista a meno di un euro. Il motivo? Semplice, non sono prodotti freschi di giornata bensì del giorno prima. Non a caso la bottega si chiama Au pain de la veille ovvero ‘Al pane della vigilia’. Tutta colpa della crisi, che tende a far risparmiare su qualsiasi cosa. “Non avrebbe proprio senso sprecare tutto quel pane che è ancora fresco” ha dichiarato il proprietario del negozio Sébastien Pérez.
Fatto sta che la sua idea è piaciuta e l’attività sta riscuotendo molto successo soprattutto tra giovani studenti, disoccupati e pensionati. All’interno del locale i panettieri consigliano i clienti anche su come rendere croccante il prodotto che si apprestano ad acquistare che certamente non è fresco. Il successo non deve assolutamente meravigliare in quanto, secondo un rapporto dell’istituto Csa, un francese su due si dice povero o comunque pensa che stia quasi per diventarlo e il livello di disoccupazione ha raggiunto quasi il 10%; ma in determinati quartieri di alcune città proprio come Nimes, il tasso tocca addirittura quota 54%. La notizia in sé non presenta chissà quali elementi di novità se non proprio l’idea del proprietario del negozio che vende il pane del giorno prima; realtà, che visti i tempi, potrebbe avere successo anche qui nel nostro Paese.
Se comunque c’è da vedere un lato positivo, e cioè sul fatto che in tal modo non vengono sprecati chili e chili di pane ed altri prodotti come cornetti, brioche ed altri dolci in quanto rivenduti, d’altro canto c’è anche da osservare che quando si pensa di risparmiare sul cibo allora si sta andando veramente verso la deriva. In Italia possiamo vedere varie trasmissioni che ti insegnano come riciclare il cibo, come non spendere soldi inutili quando si va a fare la spesa, come non cadere in truffe che cercano di rifilarti i vari negozianti e così via. Sempre più spesso ci si reca in catene di supermercati ‘discount’ per attutire il costo della spesa totale o magari in mercati rionali di dubbio gusto che presentano non proprio il massimo dell’igiene. Poco importa la qualità dei prodotti acquistati, l’importante è risparmiare. Questo sembra la cosa necessaria, risparmiare. Ma ripeto, una società che non pensa più alla qualità dei beni di prima necessità, deve un attimo fermarsi, riflettere e capire dove sta andando, se non alla rovina totale.
Per carità, non dico di spendere e spandere, in questo periodo sarebbe follia, ma quando non si pensa nemmeno più alla propria salute personale acquistando consapevolmente prodotti di scarsa qualità che andranno a finire sulla propria tavola e che verranno mangiati dai vari membri della famiglia, compresi i bambini, allora mi chiedo veramente in che razza di epoca stiamo vivendo.