Uno dei poteri della gelosia, consiste nel rivelarci quanto la realtà dei fatti esterni e i sentimenti dell’anima siano qualcosa di ignoto che si presta a molte supposizioni. Crediamo di sapere esattamente le cose e quel che pensano le persone, per la semplice ragione che non ce ne preoccupiamo. Ma non appena abbiamo il desiderio di sapere, come chi è geloso, allora tutto si trasforma in un vertiginoso caleidoscopio, in cui non distinguiamo più nulla.
Così scrive Proust nella sua opera più famosa: À la recherche du temps perdu. Il romanzo, diviso in più sezioni, affronta vari temi e mette l’accento su alcune delle Leggi immutabili che regolano e condizionano la vita degli esseri umani. Anche i rapporti amorosi -diversi tra loro all’interno della Recherche– conservano immutate alcune caratteristiche; prima fra tutte, la gelosia.
Si potrebbe addirittura parlare, in Proust, di una casistica della gelosia: una sorta di disposizione psicologica che nasce soprattutto dall’impossibilità di guardare interamente nella persona amata, di conoscerne i pensieri. Il sentimento della gelosia, secondo lo scrittore francese, nascerebbe proprio dall’inconoscibilità, dal fatto che non esiste alcuna garanzia tra le cose dette e le cose pensate (da chi è altro da noi).
Proust era uno scrittore; la letteratura -si sa- ci insegna a orientarci, a dare un senso al nostro essere nel mondo. E su questa scia, la scienza formula, schematizza, concretizza.
Willy Pasini, professore di Psichiatria e Psicologia medica all’università di Ginevra, ha scritto un saggio utile sulla gelosia. Anche per Pasini, come per il vecchio Proust, la gelosia non nasce da un comportamento o da un gesto sospetto della persona amata, ma è un sentimento arcaico, che ognuno di noi sperimenta fin dalla prima infanzia. Un brusco distacco dalla famiglia, un mancato rafforzamento dell’autostima, può compromettere la vita amorosa adulta. In questo libro, il professore analizza il sentimento della gelosia in ogni aspetto e nelle varianti maschile e femminile; si serve della sua esperienza terapeutica, di episodi storici e letterari. Non mancano, alla fine, indicazioni terapeutiche, consigli e suggerimenti volti a educare e a trasformare la gelosia “cattiva” in gelosia “buona”, che può diventare anche arricchimento in una coppia, inducendo a sperimentare nuove emozioni.
Cercare di incanalare i sentimenti negativi per trasformarli in linfa vitale, è l’operazione che tutti dovremmo cercare di compiere, soprattutto per salvaguardare le persone a cui teniamo. A volte la paura dell’abbandono è più forte di qualsiasi logica; è per questo che occorre (con un po’ di sofferenza) razionalizzare, imparare a gestire l’ansia. Questo non implica, tuttavia, colpevolizzarsi a ogni costo. Est modus in rebus, scriveva Orazio. Va benissimo evitarsi ed evitare inutili sofferenze, dettate da paure e ansie immotivate, riconducibili solo a noi stessi; ma è altrettanto giusto e importante, quando si viene feriti, dare sfogo alla gelosia, alla rabbia e alla delusione. Non si può essere succubi degli sbagli degli altri e accettare con rassegnazione. “Ogni scelta comporta una rinuncia”, ogni strada ne esclude infinite altre: ricordiamo questo a chi sceglie di starci accanto.