«Dai, nonno, raccontami un’altra storia», disse la tartarughina trasportata dall’entusiasmo.
Il nonno prese un profondo respiro e cominciò.
«Milioni di anni fa esisteva un popolo che non conosceva il tempo. Si trattava per lo più di un centinaio di persone che vivevano in un paesino alla periferia del mondo, circondato dai boschi e dalle nuvole.
Ogni giorno, per loro, era l’inizio e la fine di un anno nuovo. Non esistevano appuntamenti né ritardi; la mattina ci si alzava quando il sonno era finito e, al momento di cucinare, la pasta veniva sempre scotta.
Non esistendo un’ora precisa, né tantomeno un prima e un poi, a nessuno saltava in mente di dire la parola quando, che infatti non era stata ancora inventata.
Un giorno, però, arrivò in città un terribile uragano che distrusse tutto, dai palazzi alle chiese, lasciando in vita soltanto pochissimi abitanti.
Sebbene avesse spazzato via ogni cosa, il terribile uragano pensò di lasciare un simpatico dono ai superstiti di quella sciagura. Da quel giorno, infatti, il piccolo popolo senza tempo conobbe il dolore di uno ieri da superare e l’angoscia di un domani da costruire».
«Davvero, nonno?» irruppe la tartarughina incantata e carica della solita eccitazione.
«Assolutamente no».