Cuore! Lo dimenticheremo!
Tu ed io, stanotte!
Tu dimentica il calore che ti ha dato,
io scorderò la luce!
Quando avrai finito, ti prego dimmelo,
così ch’io possa subito iniziare!
Presto! Proprio mentre indugi
lo sto ricordando!
Emily Elizabeth Dickinson, poetessa statunitense, è stata annoverata tra i più grandi lirici del XIX secolo. Questa che vi propongo è una sola delle tante poesie scritte dall’autrice, ma a mio avviso una delle più intense. Un urlo di dolore nel quale ci si potrebbero vedere un gran numero di persone che hanno visto terminare un grande amore. Ansia, speranza e tristezza raccolte in otto versi, brevi ma struggenti. Quando si soffre, quando non ci si riesce ad alzare, quando le lacrime ti solcano il viso senza pietà o quando senti un peso sul petto ed è come se ti mancasse l’aria, proprio in questi momenti a chi ti rivolgi? Chi può capirti meglio del tuo cuore straziato? A lui si rivolge la poetessa, a lui confida le sue paure. Il cuore che spesso fa brutti scherzi e regala emozioni e a volte senza indugio ti strazia l’anima. Ancora oggi gli scienziati più importanti non hanno capito bene il meccanismo di quest’organo a volte un po’ beffardo. Quando ridi e sei felice avverti come se scoppiasse e ti senti elettrizzato e quando soffri? Accusi come una morsa proprio li, dove è riposto e vorresti gridare ma le parole ti restano bloccate in gola e non puoi far altro che chiedere a lui, al cuore: “tu dimentica il calore che ti ha dato”.
Così per un momento l’autrice si rende conto dell’immensità della sua richiesta, perché non scorre in entrambi la stessa forza di volontà. Lei così debole, pronta a ricadere nei ricordi e nello sconforto, e il cuore così eroicamente forte. Lui che di cicatrici ne porta molte, lui che non decide mai di chi innamorarsi, il cuore, così marchiato dalle sofferenze passate, si rivela così ardentemente forte pronto a sostenerla. Solo in quel momento Emily si rende conto che ad ogni suo indugio o insicurezza corrisponde un graffio sul quel povero inerme cuore. E allora si fa forza e grida: “We will forget him!”. Noi lo dimenticheremo! Perché ogni qual volta tu, Cuore, sei insicuro, io ricordo! Mentre tu sei debole e cerchi di andare avanti, io sono ancora più debole di te e ricordo.
Una poesia d’amore o forse di un amore finito, un urlo per liberarsi e scrollarsi via le ferite riportate, ma questa poesia è anche una richiesta d’aiuto: “ Aiutami cuore!”. Aiutami ad andare avanti, un grido che ha, di certo, attraversato i cuori di tutti coloro che almeno una volta hanno amato.
Dylan Thomas scriveva: “Mi hanno detto di ragionare con il cuore, ma il cuore, come la testa, è un’inutile guida.”
È questo il punto, in amore non bisogna ragionare né pensare, non si può razionalizzare qualcosa di illogico. Si soffre, si rischia, si sta male e ci si rialza, forse ti sentirai venir meno le forze ma poi ti riprenderai. In ogni caso sarai vincitore, perché chi ama e non si arrende vince sempre.