Due settimane fa avevamo affrontato la questione fondamentale del “farsi un nome”. L’attualità ci offre l’occasione per tornarci approfondendone un altro aspetto.
La notizia è stata lanciata dall’edizione domenicale del Times, il Sunday Times: Wilbur Smith ha firmato un accordo del valore di 15 milioni di sterline con l’editore Harper Collins per i suoi prossimi 6 libri. Dov’è la particolarità della notizia? Nel fatto che Smith dovrebbe limitarsi a delineare la trama e i personaggi, lasciando ad altre persone (i cui nomi rimarranno sconosciuti ai lettori) il compito di scrivere davvero i libri.
Alcuni giornali che hanno commentato la notizia, come il DailyMail, hanno insinuato che dietro questo accordo dell’ottantenne autore sudafricano ci sia la longa manus della sua quarta moglie, la 41enne Mokhiniso Rakhimova. La donna lo avrebbe convinto anche a cambiare casa editrice dopo che la Macmillan, con cui Wilbur Smith ha pubblicato finora tutti i suoi libri, aveva rifiutato un accordo di questo tipo.
La Harper Collins ha negato in maniera decisa qualsiasi accordo di questa natura, confermando però la possibilità che vengano utilizzati coautori per “alcuni” dei 6 libri inclusi nel contratto.
Come giustamente sottolineato dal Post il fenomeno dei libri scritti da altri autori non è così raro, specie per quanto riguarda quelli pubblicati da sportivi, politici e più in generale personalità estranee al mondo della cultura. Le autobiografie di Ibrahimovic, Agassi e di molti altri lo testimoniano. Il campo dei romanzieri è invece molto meno toccato da questo fenomeno, ma non mancano le eccezioni.
Lo scrittore di thriller americano James Patterson rappresenta forse il caso più celebre. In un articolo dedicato proprio al fenomeno Patterson (una vera e propria fabbrica di libri, visto che ne ha pubblicati 14 nel biennio 2011-2012) il New York Times spiegò che si avvaleva di 5 co-autori e intervistò uno di essi, Michael Ledwidge, che spiegò nel dettaglio il suo lavoro.
Ma la storia ci insegna che anche alcuni dei grandissimi nomi della letteratura hanno avuto dei co-autori non proprio dichiarati come tali. Alexandre Dumas (padre) fu coinvolto in una famosa battaglia legale con Auguste Marquet, un professore di storia che aveva scritto quasi per intero I Tre Moschettieri. A Marquet che reclamava l’inclusione del suo nome come autore insieme a quello di Dumas fu corrisposta solo, all’alba delle battaglie sul diritto di autore, una compensazione economica.
Duro il lavoro dei ghostwriter, adesso come allora.