Lettere d’amore.
Un capolavoro di tutti i tempi. La firma è quella di Ovidio. Poeta che non ha bisogno di presentazioni, costui è l’ultimo esponente della classicità augustea, autore dai toni lievi, cantore dei sentimenti più che veicolo di messaggi politici.
“Heroides”, è il titolo di un raccolta di elegie in forma epistolare che vedono come protagonisti amori infelici e tormentati. Sfila una carrellata di donne, celeberrime figure della mitologia e della storia, da Arianna a Didone, da Elena a Penelope a Saffo. Queste donne escono dalle loro storie, dalle azioni che le hanno viste eroine e si abbandonano alla profondità di una lettera, facendo emergere tutta la loro fragilità.
Il nostro autore penetra nelle parti più intime dell’animo femminile, fa vibrare le corde del cuore, dà voce alle angosce e ai turbamenti di un sentimento che anela a realizzarsi, ma che resta spezzato.
“Ma che ottengo con le preghiere? E può commuoversi il suo cuore selvaggio? Oppure resta insensibile, e gli Zefiri portano via le mie vane parole?” scrive Saffo a Faone, un traghettatore di Lesbo.
Parole che superano i confini delle vicende particolari dalle quali nascono, che tratteggiano un amore senza tempo e senza luoghi.
Il sentimento amoroso qui si manifesta come speranza e illusione, seppur irrimediabilmente accompagnato dal dolore della lontananza, dalla mancanza fisica dell’amato.
Eracle, Enea, Ulisse, Paride, Teseo sono i destinatari di queste epistole; tutti eroi che conosciamo bene, diversi per indole e personalità. In queste lettere, tuttavia, essi sono legati da una caratteristica comune: una sordità, una insensibilità al richiamo delle proprie donne che ardono di una passione travolgente. Sono lontani non solo nel tempo e nello spazio, ma non condividono neppure gli orizzonti ideali di queste eroine.
Eppure la distanza fisica e morale tra le amanti e gli amati conferisce agli stati d’animo descritti una forza ancora maggiore.
Il risultato è un’opera straordinaria, quasi un unicum della letteratura, che permette di rompere gli schemi del periodo augusteo, con le sue regole rigide e i suoi messaggi decisi, per dar spazio a una poesia sopra le righe.
Versi che hanno un sapore nuovo, intimo, vero.