Per la prima volta nella storia è stata annullata la maratona più famosa del mondo, ovvero quella di New York. Si sarebbe dovuta correre domenica 4 novembre . Il motivo? Semplice, non si poteva restare indifferenti alla situazione di difficoltà in seguito all’uragano Sandy che ha colpito lo Stato di New York e che finora ha mietuto all’incirca 110 vittime. Tra l’altro ci sono ancora persone senza tetto, c’è un allarme freddo per cui sono state distribuite venticinquemila coperte a tutti i newyorkesi senza riscaldamento e c’è da aggiungere che ci sono aree dello Stato senza luce e senza acqua. Insomma la decisone giusta era quella di annullare l’evento, seppur molto atteso. Scelta che poteva sembrare anche facile da prendere, vista la situazione. E invece non è stato così, in quanto il sindaco di New York, Michael Bloomberg, si è deciso solo nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, ovvero un giorno e mezzo prima della maratona, ad annullare la corsa. Anche la direttrice della maratona, Mary Wittenberg, ha concordato con la decisone presa dal sindaco Bloomberg.
Ciò che però ha destato stupore ed ha alzato qualche polemica è stata la tardività con cui si è presa tale posizione. Infatti, non essendoci stati comunicati ufficiali, circa 40.000 persone avevano raggiunto New York per partecipare alla gara e c’è chi ha speso anche 5000 dollari per giungere nella Grande Mela. Ora la New York Road Runners, la società che organizza la gara, dovrà vedere in che modo rimborsare i concorrenti o comunque dovrà trovare il modo di venire incontro a tutti coloro che si erano recati nella città per partecipare alla corsa. Prima della decisione di annullare la maratona, ci sono state varie polemiche partite anche dal web che consideravano il momento inopportuno per far svolgere tale evento. Per l’occasione è stato anche aperto il sito ‘stopthemarathon.tumblr.com’, all’interno del quale si sottolineava come era fuori luogo impiegare poliziotti e vigili del fuoco per la corsa quando, nello State Island, proprio dove sarebbe dovuta partire la gara podistica, ci sono ancora dei corpi dispersi; stesso discorso valeva per Breezy Point, nel Queens, altro luogo incluso nel percorso, dove sono state spazzate ben oltre 100 case. Così come si sollevava il quesito dell’utilizzo, a Central Park, di enormi tende alimentate da generatori di corrente così potenti che da soli avrebbero potuto restituire l’energia elettrica a centinaia e centinaia di famiglie.
Anche la ‘New York State Nurses Association’, l’organizzazione che rappresenta gli infermieri, aveva chiesto di annullare la corsa o perlomeno di rinviarla, mentre il ‘Police Department’ non avrebbe potuto garantire la solita copertura costituita, come ogni anno per tale manifestazione, da 100 poliziotti e 500 ausiliari. Altro fattore non secondario era costituito dai pernottamenti. Molte famiglie si ritrovano senza casa e sono costrette ad essere ospitate in molti alberghi dello Stato. Alcune stanze in cui attualmente sono ospitate le persone colpite dall’uragano, erano state prenotate da gente che sarebbe giunta a New York per partecipare alla maratona. Lo stesso Mr. Nicotra, proprietario dell’Hilton Garden Hill di Bloomfield, aveva sollevato tale problematica. “Come posso dire a gente che non ha un posto dove andare, che non ha più una casa, che non ha riscaldamento, che deve lasciare la stanza perché è prenotata da uno che viene qui per correre la maratona? Non posso fare questo. Ho contattato la ‘New York Road Runners’ proponendo come altra opzione quella di ospitare gli atleti nel grande salone dell’hotel che può diventare un dormitorio per 500 persone”.
Domenica mattina comunque, molte persone si sono radunate a Central Park e hanno svolto la corsa per proprio conto, una sorta di maratona alternativa e molti dei partecipanti hanno tenuto a dichiarare che ritenevano giusta la decisione di annullare la maratona ed hanno espresso la loro massima solidarietà a tutto lo Stato. Insomma c’erano davvero tante problematiche e nonostante tutto, il sindaco Bloomberg, prima di venerdì, si ostinava a voler far correre la maratona sostenendo che essa avrebbe fatto bene alla città soprattutto dal punto di vista economico. Forti sono state le pressioni per far cancellare la gara, esse sono giunte sia dai politici che dalla gente comune ma anche dagli stessi concorrenti che non potevano non rendersi conto che l’intera East Coast era stata messa in ginocchio dall’uragano Sandy.
‘The show must go on’ si dice, ma in determinati casi lo si deve fermare per poi farlo ripartire.