Giornalista, scrittore e poeta, Stefano Benni torna a deliziare i più appassionati lettori col suo nuovo romanzo, “Di tutte le ricchezze”. Romanziere e scrittore di racconti e poesie, regista a tempo perso, Benni è quello che noi definiremmo un autore completo. Così torna alla ribalta sugli scaffali delle librerie con un nuovo libro per tutte le età, per donne e uomini, per lettori di tutte le categorie e per ogni attimo della giornata. Un romanzo leggero ma piacevole, breve ma intenso. Un libro che si divora nel giro di poche ore.
Si parla di un professore, Martin, “vicino ai settant’anni” che dopo una vita in città ha deciso di trascorrere i restanti anni in una “casa sull’Appennino, solitaria ma non troppo”.
Thomas Mann diceva che “la solitudine fa maturare l’originalità, la bellezza strana e inquietante, la poesia”. Questo fa Martin nella sua casa ai limiti del bosco, nel silenzio della notte, tra i rumori degli insetti che preferiscono la natura alla città, in compagnia del suo cane e degli altri animali selvatici, il professore scrive, riflette e medita. Ricorda il passato e si pone domande sul futuro. Tra la quiete e la tranquillità, Martin riscopre se stesso e approfondisce la sua grande passione, gli studi sul poeta Catena, anch’egli vissuto in questo paese, Borgocornio.
“ Oh, non l’ho scoperto io. La sua esistenza venne rivelata a metà Novecento, quando tre quaderni scritti da lui furono trovati da uno psichiatra, e consegnati a una rivista letteraria a cui collaboravo. Io ho solo cercato altre tracce della sua vita.”
Presto però, la quiete di Martin e della sua vita metodica, viene interrotta dall’arrivo di due nuovi vicini, che verranno a stabilirsi nel casale a fianco. Una coppia strana, di città che subito salta all’occhio del professore. Lui “si presenta come Aldo , pittore e mercante d’arte, spiega che Loro hanno intenzione di passare un po’ di tempo in questo casale per lavorare, creare, pensare, perché la città è un inferno e non nasce mai niente di nuovo. […] Lei, Michelle, una somiglianza con chi non vi dico. Alta, snella, capelli biondi e mossi, come una cascata silenziosa.” Da subito la donna, come una musa ispira il professore, e conduce la sua mente attraverso lontani ricordi. La sua somiglianza con un vecchio amore, porta Martin a scrutare la donna, ad osservarla e a sentirsi subito legato a lei. Giorno dopo giorno Martin conosce meglio i suoi vicini e riscopre le emozioni che credeva di aver oramai perduto. Cos’è veramente la solitudine? Come si corteggia una donna? Cosa sono queste emozioni che gli fanno palpitare il cuore? Tra chiacchiere, incontri con amici, conversazioni surreali con animali, e una sempre più approfondita conoscenza con Michelle, scorre fluido questo romanzo, così appassionante e intenso che si arriverà alla fine senza neanche accorgersene.
Aldo e Michelle presto affronteranno la crisi coniugale perché tra i silenzi del bosco riaffiorano problemi insormontabili da cui la coppia era fuggita. A volte si scappa dagli ostacoli e si cerca di aggirarli ma proprio quando si crede di avercela fatta ecco che quei problemi riaffiorano beffardi e fanno rapidamente crollare un rapporto oramai logorato e straziato da anni. L’incompatibilità nella coppia si fa spazio con i gomiti e fuoriesce come un fiume in piena mostrando i lati deboli di una relazione finita da tempo. Se tra le montagne degli Appennini, Aldo e Michelle credevano di ritrovare se stessi e il loro amore, trovano invece la fine della loro storia.
Michelle è sempre più vicina a Martin, sempre più in sintonia, le loro anime si uniscono in un ballo. I loro piedi si muovono insieme. Il valzer cattura i loro cuori e li unisce anche solo per un attimo.
“Ero pronto a tutto caro lettore, ero pronto a essere ridicolo, seppure a testa alta. Ero pronto ai sussurri e alle perfidie. Pronto a maledire la mia sciatalgia, e i passi leggeri della gioventù, che avevo dimenticato. Ma non ero pronto a ciò che accadde”. Martin si emozionò e forse proprio in quel momento si innamorò. Ha rischiato il vecchio professore, ha messo in gioco il suo cuore e i suoi sentimenti ma Michelle è comunque andata via.
“Hai mangiato il frutto proibito e soffrirai. Un dolore che ti seguirà fino alla morte”-dice il serpente e Martin risponde- “No serpente. Soffrirò e continuerò a vivere. Lei è mia, è nelle pagine del mio libro”. Il vecchio professore ha rischiato ma nella vita è sempre così. Non si può dire di aver amato se non ci si è mai messi in gioco anche rischiando di soffrire.