Josè Saramago, nato il 16 novembre 1922, cresciuto in Portogallo in una modesta famiglia di agricoltori, senza terra, senza doti, senza saper leggere o scrivere. Una famiglia povera la sua, povera di tutto, ma non d’amore. E’ a Lisbona che comincia a svegliarsi alla vita, grazie al braccio forte dei nonni che l’accompagnarono nel mestiere dell’ essere un uomo. A causa delle ristrettezze economiche Josè fu costretto ad abbandonare gli studi e a cercarsi un lavoro. Si tirò le maniche sui gomiti e dopo esser stato precario per alcuni anni approdò nel campo dell’editoria dove, lavorò come direttore di produzione.
Nel 1944 decise di dividere alcuni anni del suo percorso con Ida Reis dalla quale ha la sua unica figlia: Violante. E’ proprio con la nascita del suo capolavoro, che scrive il suo primo romanzo. E’ l’anno 1947 e Saramago pubblica Terra del peccato, mal vista e decisamente non voluta, dal dittatore portoghese Salazar al quale Josè s’era opposto con tanta tenacia. Fu così che nacque la sua indole comunista. S’iscrisse dunque al partito Comunista Portoghese, clandestino a quei tempi, dando sfogo alla sua vena polemica contro il regime, peraltro sempre accesa in lui.
Fu critico letterario per la rivista Seara Nova, scrisse poesie, romanzi e negli anni ’70 divenne direttore di produzione di una famosa casa editrice, curando il giornale Diario de Lisboa. Sempre negli anni ’70, che furono i più floridi della sua produzione, scrisse componimenti per il teatro, racconti d’ogni tipo e la famosa poesia Probabilmente allegria.
Dopo la Rivoluzione dei Garofani del 24 Aprile 1974, Saramago diede il via ad un nuovo genere post-rivoluzionario, basato su testi che narrano eventi da prospettive piuttosto stranianti, cercando di mettere in luce ciò che si cela dietro ogni riga, creando in tal modo, opere che potremmo definire “allegoriche”.
La fama arriverà con Memoriale del convento, edito nel 1982 che dà il via alla produzione di altre due opere altrettanto importanti: L’anno della morte di Ricardo Reis e La zattera di pietra.
Nel 1998 arriva per lui il momento del riconoscimento internazionale quando vince, appunto, il premio Nobel per la letteratura, che dedica all’uomo al quale deve la sua vera nascita: suo nonno.
L’uomo più saggio che abbia mai conosciuto in vita mia, non sapeva né leggere, né scrivere.
Gli anni della maturità, che condivide con la seconda moglie Pilar del Rio, sono famosi per il suo esplicito accanimento contro ogni certezza prestabilita e preconcetta.
Memorabili le sue opere antiecclesiastiche: II vangelo secondo Gesù Cristo e Caino che riportano alla luce un Dio indegno di fiducia, vendicativo e poco onesto. Ma non è solo la Chiesa ad essere presa di mira, ma anche le questioni di politica internazionale come la situazione ebraico-palestinese, nei riguardi della quale Saramago non nutrì molta simpatia. Soprattutto, le sue critiche si rivolgono al mondo ebreo, non ritenuto meritevole di compassione per ogni suo atto, a causa di un olocausto ormai finito da tempo. Proprio per queste posizioni franche e poco ottimiste, fu accusato spesso di anti-semitismo.
Josè Saramago è stato sempre un uomo al passo con i tempi, lo dimostra anche il fatto che negli ultimi anni egli mantenne un Blog, per avere un filo diretto con i suoi lettori. Nel quale molto spesso è citata l’Italia e il suo premier Silvio Berlusconi in termini non proprio piacevoli e degni di lode.
Saramago è morto il 18 giugno 2010 intorno alle 13,00 nella sua residenza di Tías, nelle Isole Canarie.
Camminava in mezzo a fantasmi, a ombre che erano persone.
Josè Saramago
Memoriale del convento.