Ronzando soprano, una gran PrimaMosca
stupiva in gorgheggi, nell’Aida e la Tosca.
Per tutta risposta, una Vespa striata
concesse gli autografi a fine Traviata.
Il Moscerino si sente, solo quando si origlia:
non avrà mai quel posto nel Barbier di Siviglia.
E il verde Moscone, luccicante nei panni,
tralasciando la cacca, sarà un gran Don Giovanni.
Un Bombo rimbomba nel suo do di petto
protagonista indiscusso di un gran bel Rigoletto.
Una Farfalla vanesia, sta tre ore giù al trucco.
Deve rendere bene nel gran cor del Nabucco.
Il Tafano è in ritardo per diriger l’orchestra.
Sarà mica finito, dentro ad una minestra.
Al Calabrone impresario, qualche conto non quadra.
Han preso troppo sul serio la sua Gazza Ladra.
-Ma no, Scarafaggio!- gli han detto -Non farlo!-
Ma è convinto e cocciuto. Vuol cantar nel Don Carlo.
Poi si offende e scompare e lo cercan da ore.
Se non lo trovan a tempo, chi farà il Trovatore?
La Zanzara vampira crea un grande viavai
un po’ punge e un po’ canta in Madam Batterflai.
E’un brusio modulato, son ronzii melodianti.
Tra le zolle e lo stagno, stan gli insetti cantanti.
I verdastri acquitrini, vigne, campi e le piante,
son le quinte di un palco, arredato all’istante.
Lo spettacolo è ora ma da sempre è iniziato,
l’uomo è sordo ed assurdo e fa il gesto sbagliato.
Pur battendo le mani, pur scontrandole insieme,
non comprende il bel canto e l’insetto lo teme.
Che disdetta, purtroppo, che l’applauso finale
schiacci in mezzo l’insetto nel tributo finale!