Conosci la voce del silenzio? Ti fidi del buio? Ti fidi di te stesso? Devi trovare una risposta, o sarà troppo tardi”
“La voce invisibile del vento”. Las Marinas. Spagna. Julia è in vacanza con il marito Fèlix e il figlio Tito: esce dall’appartamento per andare in farmacia a comprare il latte; questione di un po’ di tempo, poco si cura di non conoscere perfettamente la strada; in un luogo di mare basta qualche insegna per fare da punto di riferimento e ritornare. Invece Julia non riesce a tornare. Si perde in quella cittadina che sembra nuova, totalmente diversa e a lei troppo estranea. Non ha più nulla con sé; lo zainetto con i documenti e il cellulare che di solito teneva nell’auto è scomparso; qualcuno l’avrà rubato quando è scesa dall’auto per vedere cosa fosse successo, un incidente, dei rumori, ma nulla di fatto da guardare. Non ha modo di mettersi in contatto col marito e non può andare troppo lontano avendo perso la sua identità cartacea. Vaga in auto tra stradine che non conosce con la speranza di ritrovare la via di casa. Si ferma alla fine di un vialetto, quando ormai è notte e la luce è scomparsa e il buio ha inghiottito anche i rumori. Abbassa il finestrino e sente una meravigliosa brezza entrarle nei polmoni, come se per un attimo l’ansia di non riuscire a tornare, la preoccupazione per il figlio che sicuramente tra le lacrime la sta reclamando e l’inquietudine per Fèlix che al suo ritorno avrebbe dato di matto, fossero scomparse. C’era solo lei, la voce invisibile del vento e quel ritrovarsi nell’essersi persa. Julia deve però tornare da suo figlio e da suo marito così si rimette in moto senza riuscire ancora ad orientarsi: la sua vacanza sta diventando un incubo; perché non ricorda come tornare? Perché ha perso documenti e cellulare, unici mezzi per mettersi in contatto con la famiglia? E soprattutto perché quello che vede le sembra familiare benché non sia mai stata in quel posto prima? Forse è impazzita; forse è solo stanca e confusa….La luce di un locale poco lontano da lei sembra essere la salvezza. Lì può chiedere informazioni, può capire dove si trova.
Da questo momento comincia una nuova fase del romanzo; la Sànchez ci porta in una realtà dai limiti così sfocati che più volte lo stesso lettore sente l’ansia di Julia, come se la sua confusione nell’aver perso il filo fosse la stessa della protagonista nell’aver perso la strada. Con candore e profondità pari solo alla sua travolgente scrittura narrativa, Clara Sànchez, già ampiamente acclamata con il suo precedente best seller “Il profumo delle foglie di limone”, regala ne “La voce invisibile del vento” una lettura trascinante e densa di suspance: Julia incontra in quel locale Marcus, uno sconosciuto eppure a lei tanto familiare, del quale conosce cose senza sapere come. Intrecci, sensazioni, momenti di confusione hanno il dominio per tutte le pagine del libro, fino al sorprendente epilogo.
Non appena Julia smise di essere ossessionata da Marcus, Marcus scomparve. Aveva ragione il dottor Romano quando diceva che tutto ciò che esiste, esiste perché è nella nostra mente. E che non c’è morte peggiore dell’essere dimenticati. Nel momento in cui il suo pensiero, un pensiero del tutto involontario, l’aveva uccisa in sogno. Marcus era passato a miglior vita. E quando l’aveva incontrato nella vita reale, per lei era già un fantasma, un fantasma fastidioso.
Julia doveva perdersi, per liberarsi, per ritrovarsi….