Il bacio sazia.
Il bacio riempie la bocca e il cuore.
Non lascia spazio a niente.
Tutto prende.
Ed è proprio un bacio a inchiodare il protagonista del libro di Federica Gnomo Twins, “Mi chiamo Eddy”. Poco più di novanta pagine che scivolano veloci tra le dita e si lasciano leggere senza grosso sforzo. Chiuso il libro, però, restano molti punti interrogativi.
Chi è Eddy? La scrittrice ce lo presenta come un bambino un po’ sgraziato, condanna per genitori piuttosto bellocci e narcisisti, intenti a nasconderlo e sempre pronti a fargli pesare la sua inadeguatezza. Ad aggravare il quadro, un cugino spavaldo e furbo, Attilio, l’alter ego capovolto con cui il ragazzo è costretto a crescere e a confrontarsi. E d’improvviso ecco venire in soccorso la favola del brutto anatroccolo. Eddy cresce e si trasforma: da gracile bambino a ragazzo dotato di fascino e mistero che riesce a trovare una sua dimensione tra musica Metal e abbigliamento alternativo. Attilio, invece, subisce la metamorfosi inversa (ma c’era da aspettarselo). C’è un aspetto, però, che unisce i due cugini: entrambi sembrano poco interessati alle donne.
Questo il nodo centrale della storia; la nostra scrittrice cerca di parlare d’amore in senso ampio e si concentra su una delle forme in cui questo sentimento si manifesta: l’amore tra uomini. Tuttavia lo svolgimento della storia risulta un po’ forzato. Eddy frequenta assiduamente un ragazzo, Daniel, provocando la gelosia di Attilio. Quest’ultimo (la cui personalità è davvero poco chiara e mal sviluppata), decide di baciare il cugino con la scusa di metterlo alla prova; prova che Eddy fallisce, provando enorme disgusto. Ma è durante una festa che Daniel confessa a Eddy il suo amore e lo bacia. Alla piacevole sensazione si sostituisce la paura di un ragazzo che non è ancora pronto a riconoscere la propria omosessualità. E così, a seguire, un falso fidanzamento con una ragazza, il forzato silenzio a cui Eddy costringe i suoi sentimenti e se stesso.
Ma il ricordo di quel bacio, di quell’emozione, non lascia spazio a dubbi. Eddy è gay e innamorato di quel ragazzo che ha respinto in malo modo. Cerca Daniel, gli confessa il suo amore e la parte dell’antagonista è solo di Attilio, che per qualche strana ragione cerca di mettere sempre i bastoni tra le ruote al cugino. Il resto è tutto da scoprire.
Purtroppo, quando si scelgono temi delicati come l’omosessualità, il rischio è sempre quello di inceppare in banalizzazioni ed eccessiva retorica. Nonostante gli apprezzabili sforzi, anche questo romanzo non ne è immune; pecca, inoltre, di superficialità.
Tuttavia, come scrive la Gnomo nella nota sul retro, la sua intenzione è quella di raccontare una storia d’amore “tenera e semplice” e questo le va, senza dubbio, riconosciuto. Immediatezza e dolcezza contraddistinguono questo libro, il tutto condito dall’eclettismo di una donna architetto, che si scopre scrittrice “per caso”.