Per Napoli non ero ancora pronta. E così ho fatto la cosa che credevo più facile: salire a Bologna. In fondo qui in Italia con il treno veloce cambi subito città, e in un attimo mi sono lasciata alle spalle Firenze e gli splendidi giorni trascorsi a stordirmi di arte e pensieri. Bologna è strana, la gente sembra più aperta, sorridente, ma poi scopri che altrettanto facilmente si dimentica di te. In centro ci sono due torri alte, librerie, monumenti che ricordano la guerra per liberare l’Italia dai nazisti, e portici, tanti portici. Archi che nascondono negozi, barboni soli, vecchie insegne, palazzi antichi, biciclette. Guardi l’intera città che ti scorre davanti agli occhi come un film virato in rosso. Perché Bologna ha questi colori vivi: arancio, giallo, rosso. Tra i mattoni e le persone c’è musica, tanta musica, spontanea come la pittura di chi fa una caricatura per strada o come la birra presa al Roxy Bar, che qui è molto popolare per via di una canzone e di quel rocker che si chiama Vasco Rossi. Bologna è piena di studenti, ma poi nei giorni caldi di afa si svuota, e allora per ritrovarla devi andare al mercato di città, in un trionfo di sapori poveri, di emozioni, di contrasti, per la freschezza della frutta esposta o per il profumo dei salumi. Così poi è facile che si cominci da una piada o da un succo per vegetariani, e si finisca immersi in un panino caldo di forno e nella mortadella, che qui è speciale, e fa pensare a un film con la Loren, che a papà faceva venire voglia d’Italia. Pane, pane, e ancora pane, di cereali poveri o fini, alle noci e alle erbe, con il salame o con il prosciutto. E un buon bicchiere di Sangiovese appena dolce. Poi carne cotta alla brace, o farcita appena di lardo, e verdure scottate, e sorprese di cioccolato abbracciato al liquore o alla frutta. Ho sbagliato, ma non mi pento. Anche se per l’ennesima volta sono qui in bagno che butto fuori l’anima. Volevo sentirla, Bologna, capire di cosa sa, e in mezzo a tutto quel cibo che ora per metà è sangue, e per metà è perso, credo di averlo capito. Ora, però, devo dormire, e capire se tutta questa smania di vedere posti e provare sensazioni non sia solo un trucco per nascondermi a me stessa.