Tu che sei in viaggio,
sono le tue orme
la strada, nient’altro;
tu che sei in viaggio,
non sei su una strada,
la strada la fai tu andando.
Mentre vai si fa la strada
e girandoti indietro
vedrai il sentiero che mai
più calpesterai.
Tu che sei in viaggio,
non hai una strada,
ma solo scie nel mare.
Antonio Machado
Il viaggio come metafora della vita.
Ad una prima lettura fugace potrebbe sembrare qualcosa di già sentito, di risaputo. Eppure questi pochi versi sanno regalare spunti originali e profondi, in grado di generare una riflessione sincera sul senso dell’umana esistenza.
Esponente di spicco della generazione del ’98, dai tratti poetici talvolta astratti, malinconici e nostalgici, talvolta più concreti, Antonio Machado, come nel caso del componimento proposto, ha realizzato poesie di grande intensità emotiva.
Il “camminante” protagonista percorre la strada. Dinanzi a sé ha però soltanto il nulla, un vuoto che si compone unicamente al passaggio dell’anonimo viaggiatore. Il primo stato d’animo che può scorgersi è allora il timore, l’angoscia per il futuro che non si conosce, per la via che non è ancora tracciata.
Dove trovare il coraggio per continuare? La risposta è semplice. La risposta è la strada stessa, quella già percorsa, quella segnata dalle orme. Guardando indietro l’uomo si accorge che “andare” è un’esperienza straordinaria di per se stessa, che la meta è nel viaggio stesso.
Connotata dall’esclusività e dall’irripetibilità la vita non concede seconde possibilità, il ricordo è tale perchè esso non vivrà nel presente nella stessa maniera in cui è stato già vissuto.
A mano a mano che andiamo al puzzle della nostra vita si aggiunge un tassello. Possiamo essere migliori o peggiori con quel pezzetto in più, sicuramente siamo diversi. Il tassello che aggiungiamo ci regala sensazioni, persone, legami che di volta in volta non possono lasciarci indifferenti.
Nonostante ciò è sempre tutto incerto, caduco. “Scie nel mare” è ciò che resta. In quel mare tante volte naufraghiamo e quasi affoghiamo. Afferriamo un pugno di polvere, eppure quella polvere è linfa perchè non ci abbattiamo. Ciò che ci sembra, forse è, solo scia, è la strada. Di fatto non abbiamo nient’altro che la strada stessa. Questo è ciò che la vita ci chiede di essere, la strada e nient’altro.
“Homo faber fortunae suae”…