Ti ho attesa da sempre
eri nel volto di ogni donna
all’angolo di ogni via
eri la sabbia che brucia la pelle
il vento d’aprile
la pioggia dell’ultimo dell’anno
eri nei libri che ho comprato
nei findus dei tempi neri
nelle case che ho attraversato
nelle cose che ho scritto e che ho strappate
eri con me all’osteria e al supermarket
nei giorni che la vita se ne andava
e in quelli che, come il mare, tornava
eri la luna
una sonata per piano di schumann
un occhio di lince
la posidonia che tenera s’avvinghia
le albe che venivano dopo l’insonnia
eri sempre là dove t’aspettavo
eri la pelle di cui non si può fare a meno
eri nelle cose e dentro di me
ti ho attesa da sempre
C’è il mistero dietro l’autore di questa poesia.
Mi ci sono imbattuta qualche settimana fa, girovagando tra le pagine web. Il nome dell’autore è uno pseudonimo. Dietro quelle due parole dal suono vagamente antico c’è un intero movimento culturale underground, una sorta di icona pop che ha anche un volto (effimero ovviamente, costruito), è il volto preso in prestito per movimenti di denuncia, di protesta, di velata ironia per i sistemi mediatici moderni. È dagli anni ’90 che si aggira ,tra pagine di carta, libri, romanze, riviste e pagine web, questo nome che, diciamoci la verità, per il suo mistero attira un vasto pubblico. Tuttavia, vi presento oggi una cosa diversa, e proprio perché è diversa mi ha colpita. È una dichiarazione sfacciatamente romantica su quanto sia vero che esista l’Amore della vita, quello che si cerca in ogni angolo di strada, nel vento di Aprile, quello caldo, che ti prende all’improvviso mentre cammini per strada, quello che si trascina dietro il profumo dei primi fiori di Primavera. È l’Amore che si legge sui libri, tra le avventure di personaggi che mai si conosceranno, tra posti esotici che esistono solo nella nostra mente, è l’amore che si sogna al proprio fianco, anche nelle cose più semplici, come fare la spesa o passeggiare per strada. È l’amore dolce, quello che scivola tra i pensieri come le note su un piano, o su un violoncello, come quello che sto ascoltando io adesso, come le parole di questa poesia che fanno innamorare dell’Amore stesso, ogni volta che la si legge.
Eri la pelle di cui non si può fare a meno
eri nelle cose e dentro di me
ti ho attesa da sempre.
È difficile immaginare che esista davvero un amore del genere, potreste mai immaginarlo? Qualcosa che, come la forma degli occhi o delle mani, si trova scritto nel DNA.
Questa poesia, se ve la lasciate scivolare dentro con la sua semplicità e la sua dolcezza così estrema, vi trascina in tutte le immagini descritte, capita di vedere la Luna e la sua luce, potreste sentire un pianoforte che suona in lontananza, lo spettacolo marino di alghe che ondeggino lentamente, come se avessero un ritmo tutto loro e vi fa capire che l’Amore, quello che abbiamo tatuato sulla nostra pelle, in ogni fibra muscolare e infine nel cuore, si nasconde in ogni cosa, in ogni immagine naturale e innaturale. Può sembrare banale, fin troppo semplice, ma forse è proprio questo il messaggio che vuol dare la poesia: che l’Amore della vita esiste, e i suoi segnali si trovano ovunque. Lo si attende da sempre, e nemmeno lo si sa. Forse nemmeno ci si sofferma sulla pioggia di fine anno. Ma è tutto scritto lì.
Osservate e ascoltate, voi cosa sentite?