In Italia è considerato un’eccellenza nel suo settore. Fondatore del Gruppo Anticrimine Telematico, Gat, divenuto poi Nucleo Speciale Frodi Telematiche, di cui era il comandante, il colonnello della Guardia di Finanza, Umberto Rapetto, era una garanzia per quanto concerne la lotta all’illegalità informatica.
Sempre lui, in seguito ad una sua indagine, ha fatto infliggere una multa super salata pari a 98 miliardi di euro a dieci società del gioco d’azzardo di Stato, cifra poi ridotta a 2,5 miliardi di euro dalla Corte dei conti. Famosa l’indagine ‘Macchianera’ che smascherò centinaia di frodi nei confronti dell’Inps, così come sono state fondamentali le sue indagini che hanno portato all’arresto di alcuni criminali informatici in grado di penetrare addirittura nel sistema di sicurezza del Pentagono. Rapetto è anche giornalista pubblicista nonché autore di molte pubblicazioni ed è stato nominato Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana da Carlo Azeglio Ciampi. Insomma un nome, una garanzia.
Ed è proprio per questo che le sue improvvise dimissioni hanno destato scalpore e sospetto tanto da far innescare nove interrogazioni parlamentari nelle quali veniva sottolineato la sua “Professionalità specifica e riconosciuta a livello internazionale come esperto di lotta al crimine informatico”. Le dimissioni del colonnello sono arrivate in seguito alla sua rimozione dal Gat, dopo che è stata bocciata la proposta di una sua promozione a Generale e dopo che egli è stato spedito a frequentare da studente un corso al Centro Studi della Difesa, struttura nella quale insegnava da 15 anni. Inoltre il colonnello è stato rimosso dal suo incarico senza essere stato consultato e senza che abbia potuto esprimere la sua opinione al Comando Generale nonostante ne abbia fatto esplicita richiesta. Diversi membri del Parlamento sospettano che l’indagine che ha portato alla condanna di personalità dei Monopoli di Stato, in seguito allo scandalo sulle slot machine non collegate all’Anagrafe Tributaria, abbia fatto diventare Rapetto un personaggio scomodo. Ciò che pure non ha convinto è che la procura di Grosseto ha richiesto di non effettuare la rimozione del colonnello in quanto egli stesso stava lavorando sul caso della nave ‘Concordia’, così come non ha convinto il fatto che sia stata ignorata la proposta di promozione per i meriti della sua attività da parte del Procuratore della Corte dei conti del Lazio. Sul suo profilo Twitter, Umberto Rapetto, ha commentato in tal modo. “Chiedo scusa a tutti quelli che mi hanno dato fiducia, ma qualche minuto fa sono stato costretto a dare le dimissioni dalla GdF”. Poi qualche minuto dopo ha anche aggiunto. “Qualche modulo e una dozzina di firme sono bastati per cancellare 37 anni di sacrifici e di soddisfazioni e i tanti sogni al Gat GdF”.
La vicenda è abbastanza controversa ed ovviamente si aspettano sviluppi delle interrogazioni parlamentari. Ciò che però mi ha colpito è che tale notizia sia passata un po’ nell’ombra, ma soprattutto che per l’ennesima volta, un’eccellenza sia stata trattata in maniera indecorosa.