Non so cosa sarò.
Forse un eroe, forse un vigliacco. So, però, cosa sono ora, qui.
Sono uno sguardo, che li vede passare, le facce aguzze e le divise impolverate, il sidecar lanciato in strada, il carro armato che spazza ogni ostacolo.
Sono un timpano bucato da uno sparo, e sarà l’ultimo, lo giuro, che stende un ragazzo che aveva le mani giunte.
Sono il respiro sospeso, qui, dietro un muro sbrecciato, e il senso di metallo in bocca, il sangue delle labbra di vivo tra i morti.
Sono le mie mani, la loro forza di molle d’acciaio, compresse da sentirne dolore, e poi rilasciate in un gesto violento.
Sono un vigliacco, sono un eroe, penso, mentre li vedo saltare per aria, e via Rasella per una volta si bagna di sangue nazista.