Quando il mio sguardo è caduto sul libro di Rebecca Miller, “Le vite segrete di Pippa Lee”, ad incuriosirmi è stato prima di tutto il titolo. Quel plurale, “le vite segrete”, quasi a suggerire che dietro un individuo si possano nascondere più di un’identità
Così mi sono lasciata trascinare dalla curiosità, ed è stata una piacevole scoperta.
All’inizio del racconto, abbiamo l’idea di trovarci davanti ad una moderna Mrs. Dalloway: a cinquant’anni Pippa è la moglie di un’artista dal carattere autoritario, Herb Lee -di trent’anni più anziano di lei- madre di due figli adulti e di successo, Ben e Grace, ottima ospite e vicina perfetta.
La prima parte, raccontata in terza persona, ci presenta una donna sottomessa alla sua famiglia, intimidita da un marito egocentrico, e da una figlia, Grace, di cui avverte l’ostilità.
La vita ordinaria di Pippa procede liscia come l’olio, finché un ingranaggio della macchina perfetta non si inceppa. Nel sonno Pippa si trasforma, cucina, fuma, del tutto inconsciamente. La sua vita, d’un tratto, prende la forma di un nebbioso rincorrersi di immagini, in cui Pippa non sembra più riconoscersi. L’unica persona che comprende il suo smarrimento è Chris Nadeau, figlio disoccupato e divorziato della vicina di casa. E’ grazie alla vicinanza del ragazzo, come lei in cerca di un nuovo equilibrio, che Pippa inizia a ripercorrere il viaggio nel suo passato.
Sarà, quindi, la stessa protagonista a raccontarci in prima persona, quasi come in una confessione, l’altra sua vita.
La storia, è quella di una ragazza fragile, vittima dell’ossessivo amore della madre Suky, dipendente da pillole dimagranti. Il rapporto distruttivo tra madre e figlia è la chiave di lettura di questo romanzo.
Suky manifesta fino all’estremo il suo amore verso la figlia. La traveste in ogni modo, l’abbraccia fino a soffocarla. I suoi sbalzi di umore continui, le sue manie sul peso, sono, a sua volta, il frutto di un rapporto malato con l’obesa madre Sally. Suky è ossessionata dall’idea di prendere chili, le sue pillole la trasformano.
Terrorizzata dalla paura di vivere lo stesso tormento che ha afflitto la generazione di donne della sua famiglia, Pippa instaura con Grace un rapporto distaccato, freddo, tanto che la figlia si convince di non essere amata dalla madre.
“Le vite” di Pippa, rappresentano il suo viaggio alla ricerca di se stessa. La rabbia, l’odio verso se stessa e verso sua madre, si ripercuotono in un tormentato abbandono alla casualità della vita.
Ogni evento sembra accaderle per caso, dai rapporti sessuali sadomaso filmati dalla compagna della zia Tracy, agli incontri sbiaditi nella nebbia della droga. Pippa percorre la sua vita alla disperata ricerca di un equilibrio, sempre cambiando pelle, sempre tormentata dall’idea di distruggere qualunque persona ami.
Madri e figlie si rincorrono per tutto il romanzo, in un susseguirsi di errori e fragilità, nel tentativo di svincolarsi dai propri ruoli definiti e sentirsi libere di ricercare la propria invidualità.