Remember
Ricordami quando sarò andata via,
andata lontano nella landa silenziosa
quando più non potrai tenermi per mano,
né mi volterò a mezzo per andare, voltandomi,
rimarrò.
Ricordami quando non più giorno per giorno
mi racconterai del nostro futuro che vagheggiasti:
ricordami soltanto; comprendi
che sarà allora tardi per discutere o pregare.
Ma, se dovessi scordarmi per un po’
e poi ricordare, non affliggerti:
ché, se oscurità e corruzione lascian
una traccia dei pensieri che una volta avevo,
assai meglio sarebbe per te scordare e sorridere
che ricordare ed esser triste.
Christina Rossetti
Elegantemente intitolato “Remember” questo breve componimento è una piccola e delicata visione, ed introspezione contemporaneamente, del senso di colpa tenero e lacrimoso che pervade l’amante superstite pensando, ricordando, l’amante scomparso; è stessa la voce di quest’ultimo a regolare il ritmo delle preghiere e le idee che nello spuntare il lettore le gira automaticamente nella testa consapevole del gioco letterario ed anche inconsciamente razionale nel non poter accettare che sia il mondo di chi non c’è più a tranquillizzarci e vezzeggiarci sulla cosa più terrestre e “nostra” che ci sia, ovvero il sentimento amoroso, erotico.
La Rossetti è poetessa di parole, parole vere e carezzanti, le sue impressioni poetiche generano moti personali e venti artistici grazie alla forza delle sue parole, grammaticali e lessicali, Bloom dice che “…questa generazione dell’immagine è riluttante ad imparare (la Rossetti)…”, il suo scrivere è una fluida celebrazione di mentalizzate espressioni delle nostre personali e moderate capacità istintuali di ragionare e sperare e voler ricordare, capacità alle quali non sempre la mente vi aggancia “figure”.
Christina Rossetti (Londra 1830 – 1894)