Perseguitato a Mosca a causa di un libro meraviglioso pubblicato per la prima volta a Milano dall’editore Feltrinelli, premiato certo non senza riserve e con qualche dubbio dagli accademici del Nobel, celebrato dopo la morte con un film dedicato al suo famosissimo medico, Boris L. Pasternak è stato non solo uno dei più grandi poeti russi del ‘900, ma in generale uno dei più grandi scrittori russi del secolo scorso.
Le idee sull’arte rientrano nella concezione filosofica dell’autore, e quando pubblicò il suo Dottor Zivago non mancarono né dalla critica straniera e né dalla critica russa riflessioni non solo sul romanzo, ma anche sulla sua vasta produzione in versi, per ricostruire anche la personalità filosofica del poeta. Ed alla fine è uscito fuori che la particolare accettazione del mondo, un religioso atteggiamento verso l’uomo e il suo destino, e la estenuante ricerca della verità e della giustizia – temi cardini del romanzo, penetrano e formano tutta l’opera di Pasternak.
Ebbe grande difficoltà ad esprimere in modo profondo la propria visione della vita, le sue contraddizioni, le incertezze, i dubbi, le inconsistenze della vita stessa, mentre in una delle poesie attribuite all’eroe del romanzo, La terra, si fa strada la sua concezione della sofferenza, cioè occorre << che la corrente segreta della sofferenza riscaldi il freddo dell’esistenza. >>
Il rapporto tra sofferenza e amore compone la tela principale del romanzo, ed è fondato sulla compassione per tutti quelli che soffrono, fino ad estremizzare tale virtù affermando che il più alto fine dell’uomo è quello di morire per gli altri. Il sentimento religioso di Pasternak non implicava il riconoscimento di una chiesa istituita, ma l’operato dell’uomo attraverso la pietas cristiana, la liberazione dal male e dalle sofferenze attraverso la forza dell’amore e della pietà, fino a vedere nella vita stessa un’opera divina. Di rilevante importanza acquista sotto questo punto di vista il tentativo del poeta di fondere, nell’opera, l’uomo con la natura, con un colorito cristiano che va sempre più accentuandosi, diventando garante delle doti morali che i protagonisti, attraverso l’autore, assumono col procedere della narrazione: la bontà, la dolcezza, l’aspirazione alla perfezione, la capacità di far propria la bellezza.
Tutta l’opera risente del forte influsso che il futurismo e il simbolismo esercitavano sull’autore, e che non mise in buona luce lo scrittore presso le autorità sovietiche perché considerata un’opera improduttiva per la propaganda del regime sovietico. Rifugiatosi nei pressi di Mosca, si isolò per circa trent’anni. Il romanzo, poiché raccontava con cura meticolosa la rivoluzione d’Ottobre, venne rifiutato dall’Unione degli Scrittori e censurato dal governo, ma trovò pubblicazione legale in Russia solo nel 1988, mentre nel ’57 la prima edizione mondiale venne affidata alla casa editrice Feltrinelli. Pasternak cercava principalmente di trasmettere il senso di una sicurezza interiore, lontana dalle cose esterne, lanciando a suo modo una sfida alle concezioni materialistiche del XIX° secolo. Attraverso il suo romanzo, Pasternak ha tentato una sorta di resurrezione della condizione umana nell’ambito della sfera spirituale, in altri termini quest’ultima doveva essere intesa separatamente dalla rivoluzione – in quanto ogni rivoluzione secondo Pasternak ha finalità esclusivamente diverse – e coglierne invece le proprie radici in altre manifestazioni dell’esistenza umana. E secondo lui l’unico modo per farlo era quello di tenersi fuori e al di sopra della sfera politica.
Rigettando la Politica, Pasternak compone un’opera prima di tutto storica e autobiografica. Poi tratteggia un’indimenticabile storia d’amore, intesa sia come rapporto tra marito e moglie che passione adultera tra due innamorati che verranno separati da tremende circostanze storiche. Infatti Il Dottor Zivago ruota principalmente attorno alla rivoluzione, alla guerra e alla violenza, tutto sapientemente ricostruito da chi è stato sul fronte in prima linea. Indimenticabili inoltre le incredibili descrizioni della steppa siberiana coperta di neve, dei fiumi, dei laghi, dei boschi e degli acquitrini, del cielo stellato di notte, delle città e degli usi e costumi del tempo, il tutto pervaso da un forte e urgente senso di libertà, fisica e di espressione della parola.
Il Dottor Zivago è e rimarrà per sempre un’opera di altissimo valore artistico. Non solo un grande romanzo con una storia memorabile narrata magistralmente, ma anche un’opera filosofica atipica e per niente sistematica (non ci troverete schemi o tabelle, né un susseguirsi di concetti aristotelici o sillogismi hegeliani), ricchissima di deduzioni e riflessioni sulla realtà della natura e dell’uomo, e fondendo pittura, musica e poesia in un amalgama tra i più originali, suggestivi e lirici del XX° secolo.