Era buttato sul letto, povero, le braccia del cielo erano spente, a corrente alternata, ed il fumo delle luci pre-mortuarie s’era affilato, greve, su tutti i suoi lampi. La sua camera, allacciata al tre-al tre- al kafkiano tre, odorava di feci di piccioni: il becchime era incollato al palmo, il sudore di pece, colloso, si spartiva il mangiare con l’aria elettrica; sua moglie, la colomba, si era diretta agli occhi.
Dagli occhi poi il Dio-Uccello rincorse una nube e dall’ombelico ci si ricordò della sua nascita. Levitava con la Fisica e l’immaginazione era una formula; di formule ogni cosa è scheletro accogliente: Gregor scriveva e si spezzava il tempo e perciò, nello spegnimento del camminamento degli eventi, introduceva la morte ad una camera per uccelli.
Gli uccelli non conoscevano i suoi tubi, i suoi funghi elettrici, i suoi scatti neri verso la radice dei lampi, il suo puzzo di comicità perché il mondo irrompeva dentro la stupidità del bidimensionale: uno cammina, Gregor non-cammina, semina saette perciò dichiara la morte al sonno.
L’uccelliera sventola.
Gregor non russa, l’aria sfrigola di croccanti frammenti elettrici, la gente ai piedi dell’hotel, frattempo, dice di camminare.
Gregor, forse morto, sa che, questi, camminano come motori: come una corrente disumana alternata, Gregor ha il becchime in mano.
Gli uccelli pensano che la morte sia elettrica, e che per tale ragione sia logico mangiarsela!
Gregor è elettricità di carne: sua moglie, ricordiamoci, la colomba, ha iniziato a cibarsi dei suoi occhi.
Occhi elettrici, occhi derisi, occhi senza baffi, occhi dentro l’intimità scabrosa del lampo dentro il Cielo.
Dalle pudenda di una “formula insistente”… Gregor vuole sbucare, per accendere la morte, per elettrizzarla e gridare nei parchi, ai suoi piccioni, che c’è ancora spazio per la sua dignità e la dignità della loro esistenza.
Il becchime gli è scivolato di mano, allungato come capelli sotto corrente.
I compari dei piccioni hanno deciso di partire dalle cosce, la morte ha deciso di sfrigolare dal punto in cui Gregor s’è arreso: il punto dubitativo della sua nascita e del tempo della sua nascita.
Gli uccelli nei parchi ruotano a ritmo alternato.
Gregor è morto senza carne.