Il vuoto
Le fiamme ci avvolsero
sotto i nostri passi l’abisso si aprì
un silenzio di latte di gelo d’ossa
ci avviluppò di un alone
tu sei la trasfigurata
la mia sorte ti ha scassato i denti
il tuo cuore è un singhiozzo
le tue unghie hanno trovato il vuoto
tu parli come il ridere
i venti sollevano i tuoi capelli
l’angoscia che chiude il cuore
precipita la tua impertinenza
le tue mani dietro la mia testa
non afferrano che la morte
i tuoi baci ardenti non si aprono
che alla mia povertà d’inferno
sotto al baldacchino sordido
dove pendono i pipistrelli
la tua meravigliosa nudità
non è che una menzogna senza lacrime
il mio grido ti chiama dentro al deserto
dove tu non vuoi venire
il mio grido ti chiama dentro al deserto
dove i tuoi sogni s’avvereranno
la tua bocca chiusa nella mia bocca
e la tua lingua tra i miei denti
l’immensa morte ti accoglierà
l’immensa notte cadrà
allora io avrò fatto il vuoto
dentro la tua testa abbandonata
la tua assenza sarà nuda
come una gamba senza calza
aspettando il disastro
quando la luce s’estinguerà
io sarò dolce nel tuo cuore
come il freddo della morte.
Georges Bataille
La sua produzione letteraria colpisce per l’incredibile vastità del suo sapere, i campi più disparati hanno fatto da sfondo, da cornice e da soggetto al lavoro di questo imponente intellettuale vissuto proprio nel periodo delle Grandi Guerre (alle quali non parteciperà a causa di problemi di salute riscontrati nelle visite militari).
Il clima familiare prevalentemente ateo spinge il Nostro a vivere una esistenza priva di una vera e propria credenza religiosa, seppur per un brevissimo periodo di tempo entrò in seminario, ma ebbe per la teologia, e le religioni in genere, un interesse che lo accompagnò per tutta la vita intellettuale tanto da imprimere una linea ben marcata nei suoi lavori di antropologo. In vita fu duramente criticato dai contemporanei per la sua presunta affezione alle idee naziste ed alla sua simbologia (di quest’ultima apertamente Bataille ne ammise il fascino). I suoi riferimenti letterari e filosofici furono senza dubbio Nietzsche (sul quale disse “mi ha dato l’impressione di non avere niente altro da dire”) e Freud “incontrato” poco più tardi, è più o meno in questo stesso periodo, poco più che ventenne, che si dedica in modo accanito allo studio del cinese, del tibetano, e del russo.
Il rapporto di coppia è indubbiamente un topos di Bataille poiché all’interno di questo semplice e scarno mondo duale ha la possibilità di scaricare tutto il suo tormentato psicologismo e senso di fallimento nei confronti del mondo, tutta la sua vena nero-erotica nonché il senso di trasgressione e di perdita degli accordi uomo-società vigenti (da bravo antropologo).
“Il vuoto” è sospeso su un filo sottile e tagliente e leggero, è un amplesso composto e sporco tra un uomofallito e la sua donnavita, le tracce dell’unione (sentimentale ma trasfigurata nell’amplesso) sono ricordate e distinte nelle piaghe di entrambi, ma il proscritto dalla terra (mi perdoni Lermontov) è lui, è il compagno che travolge e rende squallido il tutto ma non la sua personale visione dell’amore che nutre per la sua dolce metà.