Perché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l’anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia – del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.
Perché si ama, ci si sente onnipotenti. Perché si ama, ci si crede capaci di fare qualsiasi cosa, anche di infilarsi nei sogni delle persone, così, di nascosto e di rubar loro l’anima. Ma come si vive poi senz’anima? Come si vive, poi, con l’anima intrappolata nel cuore di qualcun altro? Come si fa a vivere, poi, se si viene intrappolati così? Senza poterla più dimenticare, poi? Come si fa se cadiamo sotto l’incantesimo dell’Amore traditore, generoso, dispettoso, incantevole, ingannevole, dispensatore di baci, dell’Amore vero o falso che sia, eterno o di un momento, dell’Amore delle poesie e dei romanzi, dei tormenti, dei sussurri sotto le coperte, L’Amore che ti fa passare la fame, che ti ruba il sonno e i pensieri. Come si fa a vivere se ti rubano l’anima? Se appartiene ad una sola persona, nel bene e nel male, e può farne qualsiasi cosa? Può incatenarla, chiuderla in un sasso e gettarla in fondo al mare per non farla rubare a nessun altro. Può tenersela in tasca tutta la vita e non mostrarla a nessuno. Può tenerla in una tazza sulla mensola sopra la scrivania e cacciarla fuori solo di notte quando tu dormi e ti svegli all’improvviso perché ti senti sfiorare l’anima.
Certe volte l’Amore sembra giustificare ogni cosa. San Valentino è domani e mi sembrava giusto offrivi questo melenso omaggio. Come potevo mai ignorare questa festività? Se l’Amore è la compagna preferita della poesia, non potevo ignorarla. Così vi ripresento, a distanza di più di un anno, Hermann Hesse.
L’Amore, non sempre però, è come questa poesia. Ti prende così, all’improvviso, con violenza e irruenza, si presenta di petto e insolente, ha ritmi serrati e va avanti imperterrito, ignorando gli ostacoli, correndo veloce, fino a sudare, fino a scaldarsi, fino a divampare. Brucia, a volte in eterno, a volte invece si spegne, come un falò d’estate. Hesse affidava alla scrittura i suoi sogni e il suo Amore, come fosse una pratica magica. Come gli antichi indiani dicevano che una piuma era il mezzo per entrare nei sogni delle persone, così, attraverso una penna, il poeta tedesco rubava l’anima all’unico suo Amore.
Voi? Sicuri di avercela ancora?