Spesso, non potendo avere il Bene, tanto sfuggente, sdegnoso, tanto raro, ci si accontenta del Male, con la sua concretezza corposamente immessa nella materialità della vita quotidiana. “Meglio qualcosa piuttosto che nulla” ci si dice inginocchiandosi davanti alla televisione. Poi, di notte, già a letto, piagnucolando sull’ennesima bassezza che abbiamo disinvoltamente commesso “Si deve pur vivere” ci si ripete. Sebbene noi, per primi, non se ne veda la necessità. (Tratto da ‘Il bambino che sognava la fine del mondo’, Antonio Scurati).
“Si deve pur vivere”, ci si ripete. Giusta affermazione, logica. Ma come si deve vivere? Ricercando il Bene, ovvero facendo una dettagliata ricerca nel corso della propria esistenza dello stesso o accontentandosi di ciò che la quotidianità ci offre? Ricercare il Bene, esigerlo dalle persone che ci stanno vicine ma soprattutto comportarsi in maniera egregia nei confronti di coloro che ci stanno accanto, può portare al logoramento di sé. La vita ci riserva sempre sorprese e persone che noi includevamo nel Bene si possono trasformare in coloro che invece ci fanno soffrire. Ricercare per sempre il Bene può comportare anche l’ipotesi di non trovarlo mai e rischiare di trascorrere la vita da eterni delusi.
“Meglio qualcosa piuttosto che nulla”. Si finisce così per accontentarsi di ‘qualcosa’. Talvolta esso può essere una storia d’amore o un rapporto di amicizia o ancora un lavoro, insomma ‘qualcosa’ che noi viviamo. Nel momento in cui capiamo che ciò rappresenta il Male, dovremmo avere la forza di respingerlo, di fuggire da esso per evitare di soffrire. Ed invece quante sono quelle donne che portano avanti rapporti assurdi dove all’interno della coppia vengono trattate non da persone umane? Quanti sono quegli uomini che per amore di una donna annullano se stessi? Quante sono quelle amicizie portate avanti solo per convenienza? Quanti sono quei rapporti fasulli che costantemente ogni giorno sopportiamo e non evitiamo? Troppi, secondo il mio parere. Si deve avere il coraggio di terminare, di stroncare tutto ciò che è Male per noi. Riconoscere chi per noi è Bene ed allontanare chi è solo fonte di malessere per noi stessi. Non è facile. Spesso si parla di amicizie durature, di amori stupendi, di rapporti meravigliosi, ma se si trasformano in Male, bisogna stroncarli, perché non si può correre il rischio di passare un’esistenza travagliata dal dolore.
Ciò che ci fa paura è il nulla. Una vita di nulla non è vita. Una vita priva di emozioni, di avventure, di brividi, non si può chiamare vita. E d’altronde si vive anche di ricordi ed è bello raccontarsi attraverso le proprie esperienze. Altra cosa che fa paura è la solitudine. La paura di rimanere soli ci attanaglia e allora si rischia di accontentarsi del Male, di persone che non rappresentano il Bene, piuttosto che rischiare di sentirsi soli. Ma cosa è il Bene e cosa è il contrario? Concetti troppo lontani dalle nostre menti, concetti che variano da persona a persona, secondo il mio parere. Dovremmo soffermarci su ciò che ci fa stare bene e ciò che ci fa star male. Stringerci, legarci a tutte quelle situazioni che ci provocano benessere dovrebbe essere un obiettivo comune. Spesso invece allontaniamo il Bene con troppa facilità e col tempo capiamo gli errori. Ed anche quando subiamo il Male ci viene detto che il tempo è ‘galantuomo’. Non mi venite a dire che il tempo è ‘galantuomo’. Esso non ci restituirà nulla indietro. Ciò che si rompe, difficilmente verrà ricostruito, ciò che finisce non rinascerà. Io stesso non riavrò indietro persone che per me si sono trasformate in Male… troppo profonde le ferite, troppo forti le delusioni. Pertanto non mi venite a dire che il tempo è ‘galantuomo’, a trovarne di galantuomini in questi periodi.
Dobbiamo agire noi, non aspettare, capire subito come fuggire dal Male ed allontanarlo. Dobbiamo sempre essere pronti a vivere nuove storie che rendono viva la nostra vita, non evitarle a priori, anche dopo forti delusioni, dobbiamo avere il coraggio di vivere nuove situazioni, nuove opportunità perché non sappiamo cosa ci possono donare. Nel momento in cui però si trasformano in Male o meglio quando incominciamo a capirlo, allora, in quel caso, dobbiamo avere il coraggio di stroncarle sul nascere senza portarle avanti. Qui, a mio avviso, sta la cosa più complicata. Nella nostra vita il Bene non deve battere il Male, bensì il Nulla e la Solitudine. In queste due entità si nasconde il Male, esse ci fanno accontentare di qualsiasi cosa, pur di vivere.
Ma una vita attorniata dal Male, ha il diritto di chiamarsi vita?