Per alcuni un diario, per altri un cahier di viaggio. Per me semplicemente il racconto di due amici che partono con una direzione non troppo precisa, ma con la voglia di scoprire ancora cosa nasconde la parte più a sud del mondo. Se poi i due amici si chiamano Luis Sepùlveda e Daniel Mordzinski, allora la voglia di prender parte con loro a questo viaggio aumenta, tanto da leggere e riportare a voi questo quaderno così prezioso: Ultime notizie dal Sud.
L’idea nasce da una chiacchierata al bar tra lo scrittore e il fotografo che, presi dall’entusiasmo, cartina alla mano, decidono di andare alla scoperta del profondo sud. “Il nostro itinerario – racconta lo stesso Sepúlveda nella prefazione – era molto semplice: iniziava per ragioni logistiche a San Carlos de Bariloche, dal 42 parallelo sud scendeva, restando sempre in territorio argentino, fino a Capo Horn, e poi risaliva dalla Patagonia cilena fino all’Isola Grande di Chiloé”.
Un’idea che prende vita all’inizio degli anni novanta in un cafè parigino, accantonata per anni e poi portata alla luce solo ora.
La Moleskine dello scrittore e la Leica del fotografo sono state le uniche compagne di un viaggio che ha permesso loro di attraversare la Terra del Fuoco e la Patagonia; impressi su carta e disegnati sulla pellicola ci sono i cambiamenti di un sud che conserva la forza di chi non vuole cedere al progresso impazzito. Un sud magico e tradizionalista, un sud credente, un sud distante.
Piccole e grandi storie sono quelle che raccontate nel lavoro dei due artisti che ne tracciano i profili ricordando a tratti lo stile, e dunque la memoria, del grande scrittore nonchè amico, Osvaldo Soriano, scomparso di recente: «…Tutte le storie che seguono sono senza dubbio circondate dall’aura dell’inesorabilmente perduto, per via di quell’inventario delle perdite di cui parlava Osvaldo Soriano, il prezzo crudele della nostra epoca». I personaggi sono straordinari, a partire da il Tano e il suo violino, il bisnipote di Davy Crockett, la signora dei miracoli, la “Trochita” la locomotiva dell’ultimo viaggio del treno Patagonia Express, Coquito il folletto di El Bolsòn, Guillermo il gaucho, la sala cinematografica di Porvenir.
Tra i protagonisti spunta a forza anche il tempo che delinea i contorni e caratterizza i cambiamenti del racconto. Lo stesso Sepùlveda spiega come gli obiettivi iniziali del loro viaggio siano poi cambiati: “Questo libro è nato come la cronaca di un viaggio compiuto da due amici, ma il tempo, i violenti cambiamenti dell’economia e l’avidità dei vincitori lo hanno trasformato in un libro di notizie postume, nel romanzo di una regione scomparsa”.
Una terra violata, deturpata ma tenace. Questa la descrizione che ne vien fuori. Un posto, aldilà del mondo, che combatte la violenza di paesi antagonisti e sfruttatori. Un libro che sembra quasi un canto funebre per un paese dimenticato, quasi scomparso.
Non aspettatevi il Sepùlveda di sempre, quello di questo libro è un autore commosso e consapevole, che scrive, a fatica, di un amore struggente.