Parola di lumaca sul niente di una foglia?
Non è la mia. Non ti fidare.
Acido acetico in latta sigillata?
Non ti fidare. È roba adulterata.
Un anello d’oro con dentro il sole?
Bugie. Bugie e dolore.
Gelo su una foglia, l’immacolato
Cratere, parlante e sfrigolante
Tutto per sè‚ sulla vetta di ognuna
Di nove nere Alpi.
Un tumulto di specchi, e il mare che frantuma
Il suo, grigio – o mia
Stagione, amore
Stagione, amore.
Sylvia Plath.
La delusione delle donne appare sempre così tragica.
Il cuore spezzato suggerisce sempre parole pesanti, che sprofondano nella vita come fosse una tragedia, come fosse morire. Un anello? Bugie, promesse date via al vento come fossero niente,come fosse morire. Il cuore di una donna muore ogni volta, lentamente, senza arrendersi , ma infine … muore.
Intima, confessionale, immagini apparentemente sconnesse tra di loro, tuttavia tempestose , irruenti e incredibilmente visive. Acido, Anelli, Geli, Neve, Alpi.
La stagione dell’amore paragonata, attraverso una macabra metafora, ad un tumulto. Una poetessa infelice che non si smentisce mai , morta suicida nel ’31 . Ma ogni stagione ha una sua fine, un mare che frantuma il suo grigio. Ma il mare nient’altro è che lo specchio del cielo, il suo infrangersi ritornerà ogni volta, ed ogni onda sarà nata dalla fine di se stessa, così come torna ogni stagione ed ogni colore.
Non ti fidare. È il primo messaggio che il cuore ti manda quando si sente di nuovo libero, quando ogni ferita si è chiusa e la paura di riaprirle fa così male. Ma quanto può , davvero, l’intelletto sulle decisioni dell’organo che ci tiene in vita?
Nulla, dopotutto è lui che comanda. Giusto?