Ci sono fatti, nella storia dell’uomo, che imprimo svolte epocali. Episodi che cambiano radicalmente il corso della Storia.
Uno di questi, senza ombra di dubbio, è quello che è stato tramandato nei secoli come “il Sogno di Costantino” (le fonti più autorevoli sono Lattanzio ed Eusebio): la notte precedente la battaglia di Ponte Milvio, che si svolge il 28 ottobre del 312 d. C., l’imperatore romano, accampato con le sue truppe a poca distanza da Roma, riceve in sogno la visione del monogramma di Cristo, quel “XP” che viene impresso sugli scudi dei soldati che si accingono allo scontro finale contro Massenzio. La promessa di vittoria è inequivocabile: IN HOC VINCES – Con questo vincerai.
Gli eserciti di Costantino e Massenzio combattono valorosamente. Nonostante la netta superiorità numerica dei soldati del secondo, è il primo a riportare una schiacciante quanto sorprendente vittoria. Costantino riunifica così l’Impero e ne avvia la cristianizzazione, mutando le sorti di una civiltà millenaria, che da pagana – con i Greci prima e con i Romani poi – si appresta ad intraprendere il lungo cammino che la porterà ad essere cristiana, riconoscendo in Cristo il figlio di Dio e il riscatto dell’umanità.
In hoc vinces, edito da “Edizioni Mediterranee”, è innanzitutto uno straordinario viaggio nel Tempo. A condurci per mano sono Bruno Carboniero, medico, e Fabrizio Falconi, attualmente Caporedattore dell’Agenzia News Mediaset.
Gli autori del saggio, scritto con estrema cura storico-archeologica e con rara chiarezza espositiva, affrontano la spinosa questione dell’interpretazione di un evento che da sempre suscita un enorme interesse, considerando – e gli autori lo sottolineano in numerosi luoghi dell’opera – le conseguenze di capitale importanza per la storia dell’Occidente che questo episodio ha portato con sè.
Gli spiragli che si aprono sono davvero sorprendenti. Ponendosi a metà strada tra chi sposa la tesi di un Costantino abile stratega che avrebbe “utilizzato” a vantaggio personale la nuova fede, da una parte, e chi, dall’altra, sostiene in pieno la sincerità della conversione suggerita da una visione miracolosa, In hoc vinces indaga senza pregiudizi tra le pieghe del mistero, suggerendo, sulla base di recentissimi studi e con l’ausilio dell’informatica, ipotesi di straordinario fascino esegetico che chiamano in causa le scienze astronomiche, astrologiche, esoteriche e psicologiche…
Utile, ai fini della ricostruzione, il lavoro di contestualizzazione messo a punto dai due autori, che, prima di soffermarsi sull’episodio cardine del saggio, forniscono al lettore dettagliate informazioni sulla difficile situazione politica dell’Impero agli albori del IV secolo d. C., senza mai perdere per strada il vero protagonista, Costantino, una delle figure più ingombranti, carismatiche e controverse di tutta la storia di Roma.
È non solo un tentativo di fare chiarezza, ponendo sotto una suggestiva lente d’ingrandimento un evento che ha cambiato il nostro Occidente. È anche, e soprattutto, un viaggio alla ricerca delle nostre radici.