Preferiamo perdere un anello, un orologio, l’ombrello, anzichè il libro che non rileggeremo ma che serba, nella sonorità del titolo, un’antica e forse perduta emozione
Nel 2001 viene pubblicato il libro La casa di carta scritto da Carlos Maria Dominguez; tutti i personaggi che popolano la storia sono accumunati da una passione: quella per i libri.
Divoratori di pagine e pagine diventano per certi versi vittime della carta: c’è tensione nella storia, una tensione che accompagna l’io narrante e il lettore per tutto il viaggio, un mistero da scoprire, l’irrisolto che spinge ad arrivare fino in fondo, recuperando tasselli e analizzandoli come solo un minuzioso filologo riesce a fare.
Vittime della loro stessa passione per i libri, finiranno con l’essere “guidati” dalla carta stampata: la prima a pagare per questo suo amore è Bluma Lennon, docente presso l’università di Cambridge che dopo aver acquistato un vecchio volume di poesie di Emily Dickinson è talmente rapita dalla lettura da finire con l’essere investita da un auto mentre sta attraversando la strada con gli occhi puntati sulle pagine della raccolta; Da lì comincia la vera storia, l’io narrante, il sostituto della professoressa, riceve un libro, a lei inviato, un ‘edizione de La linea d’ombra di Conrad. All’interno del libro c’è la dedica ad un uomo, Carlos Brauer. E’ dunque un libro che la docente deceduta aveva prestato a questo tale Brauer e che le era stato poi rispedito.
Incuriosito dalla faccenda, il protagonista decide di cercare Carlos Brauer: scopre che l’uomo era un filologo, che possedeva una sua biblioteca dove i libri venivano catalogati secondo un ordine particolare e che dopo l’incidente dell’incendio alla sua bibloteca era andato a vivere in un posto lontano e introvabile su una costiera. Qui, per il suo amore smisurato verso i libri, si era fatto costruire una casa di carta, un vero e proprio “nascondiglio dal mondo” dove i libri erano impilati col cemento.
Quando poi aveva ricevuto la richiesta della professoressa di riavere il suo libro, aveva dovuto estraporarlo dalle sue mura danneggiando inevitabilmente la sua casa di carta.
Per quale motivo non aveva deciso di rispedirle un’altra copia de La linea d’ombra anzichè quella murata? Forse per il legame che aveva con la docente o meglio per il legame che la donna aveva con quel libro.
Da come si può facilmente intuire la vita dei personaggi gira tutto intorno ai libri: la morte, la casa, la ricerca.
Spesso è più difficile disfarsi di un libro che procurarselo. I libri restano con noi in virtù di un patto di necessità e di oblio, come testimoni di un momento delle nostre vite al quale non ritorneremo. Ma finchè sono lì, crediamo di farne la somma.
Ed è proprio così: i libri restano con noi e sebbene in questo romanzo l’amore per la lettura sia estremizzato, un buon libro , in certi momenti, è meglio di qualsiasi compagnia: leggendo si diventa altro, il personaggio di una storia…si vive quella storia…si provano emozioni forti che restano con noi…
Un libro è una fuga e un ritorno…un libro è vita…e fino a che si sentirà l’esigenza di leggere qualcosa o di scrivere per ricordarla, non ci sarà nulla di più intenso per cui valga la pena di vivere.