Non saprai mai che la tua anima viaggia
come in fondo al mio cuore, dolce cuore adottivo;
e che nulla, né il tempo, gli altri amori, gli anni,
impediranno mai che tu sia stato.
Che la beltà del mondo ha già il tuo viso,
di tua dolcezza vive, splende del tuo chiarore,
e all’orizzonte il pensieroso lago
narra soltanto la tua serenità.
Non saprai mai che porto la tua anima
come una luce d’oro che rischiara i passi;
che un po’ della tua voce suona nel mio canto.
Dolce fiaccola i tuoi raggi, dolce braciere la tua fiamma,
mi insegnano il cammino dei tuoi passi,
e un poco ancora vivi, perché ti sopravvivo.
Marguerite Yourcenar
Scrittrice e poetessa francese. Una delle voci più importanti del nostro secolo.
La madre morì 10 giorni dopo averla data alla luce. Una vita per una vita. Forse in questo scambio macabro l’anima della madre trovò rifugio nel cuore della figlia, forse è questo che accade sempre. Mi piace pensarlo. Mi piace pensare che conserviamo dentro di noi frammenti delle persone che sono andate via, in tutti i sensi. Che il nostro cuore registri i dati di chiunque lo sfiori. Specialmente di chi gli ha donato i primi battiti. È un po’ malinconica questa poesia, lo so, ma merita.
Ogni verso è una perfetta sinfonia di delicatezza e tristezza, consapevolezza e serenità . La dichiarazione di una figlia che parla ad una madre mai conosciuta, che tuttavia avverte come parte di se.
Non saprai mai che la tua anima viaggia
come in fondo al mio cuore
Ci portiamo addosso i segni di chi portiamo il sangue. Negli occhi, nelle labbra e nella pelle. Nell’odore, nelle movenze e nella voce.
Che un po’ della tua voce suona nel mio canto.
È immensamente commovente la semplicità con la quale si rivolge ad una madre che non saprà mai. La poesia fa parte della raccolta Les Charités d’Alcippe ,pubblicata nel 1956. Lei si chiamava Marguerite de Crayencour , Yourcenar era solo un anagramma del cognome, così, per darsi un tono d’artista, un regalo del padre. Gli piaceva che iniziasse per Y, perché sembrava un albero, dalle braccia spalancate rivolte verso il cielo, un po’ come la sua poesia. Un padre molto attento,presente e rassicurante nelle esigenze della figlia. Tutti la conosco per “ Memorie di Adriano” ma personalmente la preferisco nelle poesie, tocca il cuore, par quasi di sentirsi parte della sua anima ricca di ricordi mai stati, ci fa sentire vicini ai suoi pensieri. Per quei secondi che intercorrono tra una lettura e l’altra si diventa lei, ci si trasforma nei suoi pensieri, nella sua commozione quando scrive
Dolce fiaccola i tuoi raggi, dolce braciere la tua fiamma,
mi insegnano il cammino dei tuoi passi,
e un poco ancora vivi, perché ti sopravvivo.
E l’ultima frase, spezzata da quella virgola così emotiva, ci lascia un insegnamento che in fondo tutti sappiamo. Che basta il ricordo per vivere per sempre. Che basta quello per tener viva una persona, per far si che guidi i nostri passi ,anche se non c’è più. Per far si che un poco ancora viva.
[traduzione di Eleonora Bellini]