Il suo nome proprio è diventato di uso comune. La sua vicenda rappresenta l’essenza tragica di un intero popolo: Edipo è stato al centro della produzione dei tre grandi tragediografi dell’antica Grecia, ossia Eschilo, Sofocle ed Euripide. Di quantità industriale sono state, nel corso dei secoli, le rivisitazioni del suo mito in tutti i campi dell’arte: cinema, teatro, letteratura, pittura e scultura.
Le tragedie di Eschilo ed Euripide sono andate purtroppo perdute. Tra di loro si colloca l’attività di Sofocle, che ha splendidamente trattato l’epopea dell’eroe (prima) e del maledetto (poi) in due tragedie, l’Edipo re (la cui composizione e rappresentazione abbraccia il decennio 430-420 a.C.) e l’Edipo a Colono (401 a.C.).
All’interno del cosiddetto “ciclo tebano” si dipana la terribile vicenda di Edipo, amato re di Tebe, che in breve volgere di tempo scopre di essere stato uccisore del padre e sposo della madre, dopo aver invano tentato di scongiurare in tutti i modi la profezia che gli era stata annunciata. Scoperta l’orrenda verità, l’uomo maledetto dagli dei si acceca, seguendo quella legge del contrappasso che, secoli e secoli più tardi, sarebbe stata magistralmente consacrata da Dante Alighieri: Edipo, che troppo aveva voluto vedere, punisce se stesso privandosi della luce.
L’Edipo a Colono è la storia degli ultimi anni di vita del protagonista, che, ormai mendico e cieco, si reca insieme alla figlia Antigone (frutto, insieme ad Ismene, dell’incestuosa unione con la madre Giocasta) a Colono, sobborgo di Atene, dove sparice per volontà degli dei, dopo aver predetto al re di Atene Teseo lunga prosperità alla sua città.
Il personaggio di Edipo, l’abbiamo detto in apertura, è l’essenza della tragedia greca. La sua vicenda conduce lo spettatore a quella “catarsi”, a quel processo di purificazione così ben esaminato da Aristotele. Edipo è “tragico” per eccellenza perchè in lui si riflette l’antitesi tra la volontà divina (o il Fato, come dir si voglia) e la responsabilità individuale: apparentemente egli non ha colpe; di fatto, non può essere considerato responsabile delle proprie azioni, che certamente non avrebbe commesso. Ma Edipo sarà maledetto. Su di lui incombe un destino di ignominia, di infamia. Di morte. La sua è una colpa voluta degli Dei.
Ed è in questo mito non solo l’essenza della tragedia antica, ma di una civiltà tutta. È qui che si misura la distanza tra il mondo classico e quello cristiano.
Il nostro Edipo è, dunque, del tutto innocente? Forse no. A ben vedere, secondo i Greci, una colpa c’è. Edipo viene più volte messo in guardia, il messaggio è inequivocabile: “Non cercare la verità, essa sarà orribile. Desisti dalla tua sete di conoscenza”. Ma Edipo non desiste. Anzi, decide di andare fino in fondo: si macchia così di hybris, la tracotanza di chi non accetta i propri limiti, di chi sfida una volontà superiore, di chi vuole andare “oltre”.
Edipo è anche un po’, ci piace pensare, un antenato dell’Ulisse dantesco.
L’antenato d’Ulisse e la sua hybris hanno varcato non soltanto i paesaggi più ignoti della conoscenza, ma anche la soglia di un palcoscenico d’eccezione. Il 9 e 10 luglio, nell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia, è andato in scena Hybris. Lo spettacolo è stato presentato come un reperto del passato acquisito in un lontano futuro (che è poi il presente dell’oggi).
Sette attori nudi e rasati, con i corpi velati da costumi-sculture in silicone opalescente, si sono mossi su una piattaforma scenica in alluminio, semicircolare e concentrica come l’orchestra di un teatro greco: una zattera alla deriva nello spazio e nel tempo. Una perla di spettacolo recitato in greco antico.
Non l’unica perla, in realtà. Napoli Teatro Festival Italia è un evento teatrale di grande rilievo, fatto di 33 spettacoli diversi in cartellone (per un totale di 135 repliche) distribuiti in 19 luoghi cittadini, con l’intento di mostrare al grande pubblico spazi inediti e suggestivi.
L’edizione 2011 del Festival, la quarta, ha avuto inizio il 26 giugno al Teatro di San Carlo. La sezione estiva si concluderà il 17 luglio, ma la manifestazione avrà un epilogo finale tra il 27 settembre e l’8 ottobre, quindi… appuntamento a settembre!