In questa notte d’autunno
In questa notte d’autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.
Dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
la tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.
Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini.
Nazim Hikmet
Quando la Turchia (suo paese d’origine, Salonicco allora ne faceva parte) gli revoca la cittadinanza ed egli prende quella polacca (era polacco da parte di madre) la sua fama, negli ambienti letterari europei ed ancor più tra molti intellettuali ed artisti, era già all’apice, innervata, tenuta accesa, incendiata dalla forza politico-sociale di Hikmet, dalle sue parole così libere, fluenti, maleducatamente disordinate sulla carta; un poeta popolare che non trasse la forza e le idee dalle letture pregresse, da studi di carta e di lettere, bensì dalla storia, e dai volti e dalle pelli dei popoli che incontrava, coi quali parlava e per i quali si batteva. Nazim Hikmet poeta ed attivista politico, Salonicco 1902 – Mosca 1963.
Il suo concetto di “poesia utile” rispecchia perfettamente il modo in cui approcciò alla letteratura spogliando i suoi lavori dalla pesante retorica e dalle pletoriche gabbie strutturali consegnando così gli scritti a chi ne volesse usufruire, voltando le spalle alla accademica critica; una fresca coscienza dell’utile pervase la sua figura e le sue parole.
“In questa notte d’autunno” però è una poesia tenera, amorevole, nella quale spicca la sensibilità (che Hikmet nella maggior parte della produzione mette al servizio “della società”) un po’ infantile, trasognata, con qualche tono addirittura svagato, ma convinto di questo sogno ad occhi aperti ch’è la propria confessione in versi.Le parole eterne rimbombano e sono tali per la SUA di esistenza, un eterno soggettivo, è quasi un ‘illuminazione che viene regalata dall’oggetto della narrazione, un segnale di vivacità, la fiamma ed il libro, il candelabro e la carta che accende poi la sua voglia di rendere liberi e di rendersi libero, almeno nella mente.
“Voglio essere traducibile per i popoli più diversi”.