Paulo Coelho, scrittore sudamericano nasce nel 1947.
Nel 1997 pubblica il libro Manuale del guerriero della luce , un insieme di testi pubblicati su un quotidiano brasiliano: il suo è un viaggio o meglio una valigia di consigli, promemoria, verità assolute da tenere a mente, da portare con sè per raggiungere la meta.
Una donna parla ad un bambino nelle prime pagine del libro, a proposito di un tempio su un’isola dove era possibile udire le campane anche se a causa di un terremoto tutto era andato distrutto; Quel bimbo, incuriosito, sull’isola ci passa intere giornate senza udire alcun rintocco fino a un giorno…fino a quando eccole lì, o meglio, il loro suono si fa imponente riempendo di gioia il fanciullo….
E poi di nuovo la donna, su quell’isola, quasi senza tempo per lei, rimasta uguale a quella volta… tanto di vissuto per il bambino diventato uomo: un quaderno azzurro, un invito a scrivere di un guerriero della luce
“Che cos’è un guerriero della luce?” ” Credo che tu lo sappia” rispose lei sorridendo; “E’ colui che è capace di comprendere il miracolo della vita, di lottare fino alla fine per qualcosa in cui crede e di sentire allora le campane che il mare fa rintoccare nel suo letto”.
Da questo momento parte il racconto; pare che tutto si sia risolto in solo venti pagine, che il lettore abbia conosciuto una verità, certo per bocca di un personaggio femminile evanescente e senza tempo ma ugualmente definità, perfetta, assoluta.
Cos’altro da aggiungere se la lezione è già stata impartita? Comprendere, lottare, credere e infine udire, infine conoscere; è questo ciò a cui arriva il guerriero della luce.
Già ma come diventarne uno? Oppure come riconoscere di esserlo già? Bisogna cominciare il viaggio, bisogna riempire le pagine di quel quaderno azzurro, scrivere del guerriero, di chi è e di com’è.
Un guerriero della luce non ha bisogno che qualcuno gli rammenti l’aiuto degli altri: se ne ricorda da solo e divide con loro la ricompensa.
Primo appunto da tenere a mente: il guerriero è riconoscente e generoso durante il suo viaggio, affrontando le sue battaglie; non è solo perchè non ha paura di chiedere aiuto, non teme di accettare i suoi limiti, non si rammarica di non avercela fatta con le sue sole capacità: lotta con chi ama, per chi ama, per andare da chi ama o per tornarvi.
Un guerriero della luce sa distinguere cosa è transitorio e cosa è definitivo.
Si lascia andare alle passioni, ma sa anche quando controllarsi: riesce con l’intelligenza e l’intuizione a capire ciò per cui vale la pena osare da quello che bisogna lasciar andare non temendo di diventare nel primo caso un folle, nel secondo uno sconfitto.
Un guerriero della luce sa anche quanto è importante il passato, quanto è padrone del suo presente, quanto è incerto sul suo futuro: in ogni battaglia è dubbioso ma non perde la sua tenacia;
Un guerriero della luce è sempre impegnato.E’ schiavo del proprio sogno e libero nei propri passi.
Comprende dunque quanto sia necessario essere alimentati dal fuoco di un sogno, di un progetto ma non al punto tale da lasciarsi infiammare: mantenere l’ardore rapportandolo al reale, al possibile.
Questi e tanti altri punti vengono affrontati durante il racconto: sembrano essere la bussola della vita, le massime del Buon Combattimento che non avrà a che fare con spade, cavalli e armature degli avversari ma i colpi saranno comunque forti e difficili da schivare; i compagni saranno necessari nei momenti di gioia e in quelli di scoramento, non ci saranno armature perchè non sarà facile riconoscere i nemici dalle loro vesti; qualcuno avrà un cavallo, qualcuno dovrà contare solo sulle sue forze; in ogni caso ci si sentirà guerrieri…della propria vita …della propria battaglia. Sempre però con la voglia di migliorarsi, di far tesoro degli errori, dei no quando dovevano essere si, del passo sbagliato quando sembrava quello giusto.
Il guerriero della luce crede. Poichè crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere