Felice e Pina Rota un pomeriggio assolato del 24 Marzo 1926, danno alla luce il piccolo Dario. Un uomo nato già grande, pesava infatti ben 4kg, ebbe il suo primo Nobel per i pianti e le acclamazioni del piccolo paese di Sangiano. Crebbe in un ambiente decisamente vivace, tra un omnibus e un meci, ascoltando ogni giorno storie di viaggiatori e contadini, che com’egli stesso dirà più tardi, lastricarono d’ispirazioni la via della sua vita.
Compiuti gli studi all’accademia di Brera a Milano, studia poi architettura al Politecnico, fermandosi però a pochi esami dalla laurea. Una foto uscita sulla rivista “Gente”, ci conferma che durante la seconda guerra mondiale, il giovane Fo intraprese la carriera di paracadutista volontario per il Battaglione azzurro.
Dice di essere nato veramente sulla sponda magra del Lago Maggiore e così nel 1950 comincia la sua trafila d’artista frequentando pittori ed artisti di ogni genere, ed inventando storie e recitandole e sentendole sulla pelle, sua e quella degli altri, perché ciò che era da combattere erano i sentimenti di conformismo e banalità.
Nel 1954 arriva per lui l’amore, quello con la “A” maiuscola, che insieme all’altra “A” di artista, caratterizzò sempre la sua vita. In quell’anno dunque sposò a Milano l’attrice e collega Franca Rame e, trasferitosi a Roma nel ’55, cominciò a macinare testi per la grande macchina del cinema.
Contemporaneamente collaborò con radio nazionali per le quali recitò monologhi dello spessore di “Poer nano” e insieme alla moglie Franca mise su la Compagnia Dario Fo, preparando insieme dei pezzi per il varietà televisivo di Rai Canzonissima. Ma il mondo della televisione era troppo ampio perché si permettesse ad un uomo siffatto di promulgare le sue idee, considerate sovversive, vedendo così nel teatro una valida alternativa per esprimere il suo grande animo.
Il suo è un teatro politico che s’ispira alla satira sociale, bersagli ne sono la cultura ufficiale, i falsi eroi, l’assurda burocrazia statale e l’imperialismo americano, tra i titoli più famosi: Gli arcangeli non giocano a flipper (1959-1960), Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri (1960-1961), Chi ruba un piede è fortunato in amore (1961-1962).
Tutte le commedie scritte tra gli anni 59-61 avevano il gusto della farsa, con un atteggiamento critico verso quello che egli stesso denominava “il teatro borghese”, così questa grande personalità decise di uscire dalle mura di un teatro, preferendo al parquet sicuro della scena le ben più salde strade delle città, i sampietrini delle piazze, dove si potevano incontrare i veri protagonisti di ogni storia: la gente.
L’attenta riflessione di Fo sul mondo popolare, sul dialetto e su tutta l’antica cultura dei fabulatori, diede vita al grande capolavoro Il Mistero Buffo, rappresentato per la prima volta, tra gli anni 69-70. Al 70 corrisponde anche la creazione del nuovo Collettivo Teatrale la Comune, con l’idea di dare voce al popolo, marciando con uno zainetto socialista sulle spalle utile a sovvertire lo stato di cose, vigenti al tempo, con una borghesia sempre più forte e classista.
Per questo attaccamento morboso agl’ ideali popolari Fo e la moglie vengono indagati perché sospettati di collegamenti con le Brigate Rosse e nel marzo1973 un gruppo di fascisti sequestra, sevizia e violenta Franca Rame.
Il teatro di Fo diviene a questo punto più aspro e disgustato, abbracciando anche argomenti come quelli dell’anticlericalismo evidente ad esempio nella commedia Il Papa e la strega del 1989 che prende spunto dall’ approvazione di una legge sulla droga che voleva essere molto repressiva ma che finì, per cadere nel dimenticatoio.
Memorabili i suoi interventi allo sceneggiato televisivo I promessi sposi di Salvatore Nocita, dove interpreta il character del dottor Azzeccagarbugli. Nel 1980, Dario Fo, Franca Rame e il figlio Jacopo fondano la Libera Università di Alcatraz, un centro culturale e d’agriturismo, salvando in questo modo la distruzione di una valle meravigliosa. Nell’arco degli anni Ottanta e Novanta le commedie di Dario Fo fanno il giro del mondo, dall’ Europa alle Americhe. In Italia grande successo riscuote Fabulazzo osceno e, nel 1991, il monologo Johan Padan a la descoverta de le Americhe, entrambi frutto di una ricerca sulla vita di alcuni naufraghi europei nei primi anni del 1500.
Grande successo anche per Il diavolo con le zinne, uno spettacolo comico-grottesco recitato da Franca Rame con Giorgio Albertazzi, nello stesso periodo in cui viene decretato il Nobel alla Letteratura a Dario Fo «che nella tradizione dei giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati» Così nel 1997 viene insignito del Nobel alla Letteratura, sfuggitogli nel 1995, anno della sua prima candidatura.
Nel 2005 Fo viene insignito della laurea honoris causa all’Università della Sorbona di Parigi e nel 2006, la stessa onorificenza gli viene concessa dalla Sapienza Università di Roma (l’unico insieme a Luigi Pirandello e Eduardo de Filippo).
Di quest’ ultimo, Dario Fo non sembra averne ereditato solo le iniziali, ma anche il fatto di essere un uomo a tutto tondo, un cultore dell’ essenza stessa della letteratura e della cultura mondiale, una Giovanna D’arco tra libri e palcoscenici, pronta a sacrificarsi per l’amore della sempre auspicata sapientia.
Clowns: All’origine era il nulla!
Clown Valerio: Non c’erano i detersivi né i surgelati.
Non c’erano nemmeno i buoni premio, né i punti qualità!
Clowns: All’origine era il nulla!
Clown Valerio: Poi venne il frigorifero!
Cit. Dario Fo da “La signora è da Buttare”