Nome non ha,
amore non voglio chiamarlo
questo che provo per te,
non voglio che tu irrida al cuor mio
com’altri a’ miei canti,
ma, guarda,
se amore non è
pur vero è
che di tutto quanto al mondo vive
nulla m’importa come di te,
de’ tuoi occhi de’ tuoi occhi
donde sì rado mi sorridi,
della tua sorte che non m’affidi,
del bene che mi vuoi e non dici,
oh poco e povero, sia,
ma nulla al mondo più caro m’è,
e anch’esso,
e anch’esso quel tuo bene
nome non ha…
Non voglio rovinare questa poesia scrivendo ciò che ne penso io personalmente, vi lascio al silenzio e a quello che vi fa pensare. È come un sussurro segreto, interpretabile ciascuno a modo suo. Rispecchiatevi dunque, anche voi, nel timore di dare un nome al sentimento che ci rende liberi e schiavi allo stesso tempo; al sentimento che, secondo Sibilla, rende la donna capace di essere pari all’uomo. È capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di interessarsi di null’altro se non della persona amata. E se adesso non è più così, chiudete gli occhi e ricordate quella sensazione di non curanza del mondo esterno, della realtà così poco importante, così banale e ordinaria, così poco originale rispetto agli occhi e ai sorrisi che ci rendono brillante una giornata.
Sibilla Aleramo , era una scrittrice e una grande, grandissima poetessa italiana. È morta nel 60 , ma le sue parole, la forza dei suoi versi, così carichi di messaggi d’amore, verso se stessa e verso il mondo ancora echeggiano tra le mura della letteratura contemporanea. Ebbe una vita difficile, un’adolescenza rubata, un matrimonio infelice, eppure? Ci si scioglie alla tenerezza dei suoi versi, alla sua ammissione di amore totale e totalizzante, alla confessione di essere stata nient’altro che amore in tutta la sua vita, nonostante tutto, è stata solo amore. Da femminista fervente ha lottato , ha gridato e ha camminato per rendere la donna pari all’uomo, illuso padrone di ciò che è impossibile incatenare.
Questa è la donna : un involucro stracolmo, pieno ed ebbro d’amore. La perfezione dell’amore, la fonte di tutti i tipi d’amore, una creatura tanto fragile quanto forte, inarrestabile come un fiume nella sue energia, e questa settimana, non si deve festeggiare la donna con gioielli e mimose, non regalate questi fiori che durano a stento una settimana; regalate un sorriso, un abbraccio o complimentatevi per la sua forza. Questa settimana, questi giorni sono la commemorazione di un evento tragico, la commemorazione della forza di centinaia di donne,e il pensiero di ogni uomo deve andare alla forza che è in grado di cacciare ogni donna, ogni ragazza , ogni madre, ogni nonna, ogni donna, in ogni situazione. È la fonte della vita, che si rinnova volta per volta, è capace, ogni santa volta, di alzarsi e ricominciare una nuova vita, perché è lei quella vita forte, è lei quella che sa come mandare avanti il mondo.
«Non so se sono stata donna, non so se sono stata spirito. Son stata amore».