Una società di persone che non sognano non potrebbe esistere. Sarebbero morti in due settimane
William Seward Burroughs nasce il 5 febbraio 1914 a St. Louis, Missouri, il “drogato omosessuale pecora nera di buona famiglia”, lo sperimentatore di ogni sostanza stupefacente esistente sulla faccia della terra, il padre spirituale riconosciuto della beat generation.
Rampollo di una ricca famiglia celeberrima per la produzione di macchine calcolatrici, si laureò ad Harvard, ma non lasciatevi ingannare; Burroughs era un vero animale letterario con pulsioni omosessuali, provava una forte ed innaturale attrazione verso le pistole ed il misfatto, insomma, non sembrava proprio strutturato per conformarsi ad una società che lui riteneva troppo conformista.
I suoi genitori, sorprendentemente, sembrarono accettare lo stravagante stile di vita del figlio, e dopo la laurea continuarono inizialmente a supportarlo finanziariamente nella continua ed incessante sperimentazione dei più svariati e allucinati stili di vita.
È interessante notare come tutto il programma letterario di Burroughs si basi sulla sua molteplice esperienza di intossicazione, omosessualità e esilio. La sessualità costituisce l’inizio delle sue esplorazioni, a partire dalle teorie di liberazione sessuale di Willelm Reich, un punto importante che alimenterà il suo estro creativo. Prima di diventare scrittore, e dopo aver perso il supporto familiare, Burroughs si concede il classico itinerario da scrittore maledetto: lavora come barista, operaio, detective privato, reporter e pubblicitario a New York (dove fra l’altro collabora per diverso tempo con le gang della città).
Nel 1943 conosce Allen Ginsberg (poeta emblema della beat generation), allora studente del Columbia College, che per il suo parlare così ampiamente erudito lo classificò come “intellettuale aristocratico”, mentre Kerouac, altro caposaldo della generazione dei figli dei fiori, capì subito che il genio si celava in Burroughs.
Lo scrittore divenne dunque per i due un prezioso maestro di vita, conoscitore delle droghe e dei diversi risvolti della vita criminale, oltre che gran visionario intellettuale e critico sociale. Ad un certo momento si sposò addirittura con Joan Vollmer (malgrado le sue propensioni omosessuali e il flirt con Ginsberg stesso), ed i due partirono per Città del Messico dove scrisse “Junky”, il suo primo romanzo. Purtroppo, però, questo fu un periodo tragico, segnato da eccessi di ogni tipo.
Cercando di mostrare ad alcuni amici la sua abilità con la pistola, imita con esiti sfortunati l’impresa di Guglielmo Tell, uccidendo la moglie sul colpo.
Il loro figlio va dunque a viverecon i genitori di lui, mentre lo scrittore comincia a girare il mondo, vagando dal Sud America fino a Tangeri.
I suoi due più fedeli discepoli lo vanno a trovare proprio nella città marocchina e lo trovano fra migliaia di bozze e cartacce: riuniti quei frammenti, prende corpo “Il pasto nudo”, poi pubblicato nel ’58.
In realtà, Burroughs non fece altro che inventare il famoso “cut-up“, una tecnica che rappresenta una specie di montaggio casuale tra i testi di provenienza eterogenea. Il libro presenta infatti una trama spezzata, stravolta da incisi, digressioni e flashback.
“Il pasto nudo” trasformò di colpo Burroughs in una celebrità, dando vita a quell’icona di culto che è ben alimentato ancora oggi in ogni parte del mondo, soprattutto fra le culture underground e rock.
Inoltre, per capire il livello di devianza che presentano i libri di Burroughs, basti dire che David Cronenberg ha tratto dal Pasto nudo una controversa pellicola dall’omonimo titolo.
A questo suo principale romanzo seguirono processi per oscenità in luogo pubblico che, fortunatamente, si conclusero bene per lo scrittore. Egli passò un periodo vivendo a Parigi con lo scrittore-poeta Brian Gysin; qui Burroughs proseguì nell’esplorazione del metodo compositivo del “cut-up”. I risultati sono “The Soft Machine”, “The Ticket That Exploded” e “Nova Express”. Il suo libro più recente è “My Education: A Book of Dream”, pubblicato nel 1994.
E’ morto il 4 agosto 1997 nel Memorial Hospital di Lawrence (Kansas) per un attacco cardiaco all’età di 83 anni. Una morte ordinaria per una vita che aveva tutte le carte in regola per un bel botto, ma accade a volte che il destino ci impone la sua incomprensibile giustizia.
Bibliografia essenziale di William Burroughs
Pasto nudo, Adelphi, 2001
La scimmia sulla schiena, Rizzoli, 1998
Checca, Adelphi, 1998
Città della notte rossa, Arcana, 1997
La febbre del ragno rosso, Adelphi, 1996
Il gatto in noi, Adelphi, 1995
Scrittura creativa, SugarCo, 1994
Terre occidentali , SugarCo, 1994
La morbida macchina, SugarCo, 1994
Interzona, SugarCo, 1994
Lettere dello Yage, SugarCo, 1994
Sterminatore!, SugarCo, 1994
Nova Express, SugarCo, 1994
Strade morte, SugarCo, 1994
Diverso, SugarCo, 1994
Porto dei santi, SugarCo, 1994
È arrivato Ah Pook, SugarCo, 1994
Le ultime parole di Dutch Schultz, SugarCo, 1994
Il biglietto che è esploso, SugarCo, 1994