Niccolò Ammaniti non ce l’ha fatta, o almeno così penseremmo di noi stessi se fossimo arrivati, come lui, ad un soffio dalla laurea.
Niccolò nasce a Roma nel 1966, il padre Massimo, docente di Psicopatologia generale e dell’età evolutiva presso La Sapienza di Roma, forse non la prese molto bene quando il figlio gli raccontò di essere ad un passo dalla laurea e di dover soltanto sistemare la propria tesi che, nonostante avesse avuto a disposizione un intero studio psichiatrico, non fu mai portata a termine. Si vocifera oggi che in quello studio Ammaniti avesse scritto il suo primo romanzo, branchie! , pubblicato dalla casa editrice Ediesse nel 1994, per essere poi acquisito da Einaudi nel 1997 ed infine portato su pellicola da Francesco Ranieri Martinotti e sceneggiato insieme a Fulvio Ottaviano, guest star Gianluca Grignari: un autentico flop.
Nonostante i trascorsi, il padre si rivelò essere uomo di grande levatura spirituale, incoraggiando il figliolo a intraprendere la tortuosa strada della scrittura, e prendendolo per mano con la pubblicazione di un saggio a quattro mani, Nel nome del figlio, edito da Mondadori. La passione del giovane scrittore emergente per i film impopolari si riconfermò nel 2006 con Cresceranno i carciofi a Mimongo di Fulvio Ottaviano, in quella occasione apparse solo in un breve cammeo, per fortuna.
Conteso da Mondadori ed Einaudi, sempre nel 1996 ha pubblicato per la prima Fango, da uno dei racconti in esso contenuti fu tratto il film di Marco Risi L’ultimo capodanno, alla sceneggiatura del quale collaborò lo stesso Ammaniti.
Nel 1999 è uscito il romanzo Ti prendo e ti porto via, sempre per Mondadori; allora la sua penna fu ispirata dalle note un po’rauche dell’omonima canzone del grande Vasco Rossi. La notorietà a livello nazionale giuse per Ammaniti nel 2001, grazie al romanzo Io non ho paura, trasposto due anni dopo nell’omonimo film di Gabriele Salvatores (vincitore di tre Nastri d’argento e un David di Donatello). Nel 2004 ha scritto il soggetto per il film Il siero della vanità, diretto da Alex Infascelli; in realtà l’idea nacque dal Libro italiano dei morti, lavoro sempre soltanto annunciato ed uscito solo in parte sulla rivista Rolling Stones.
Nel 2006 uscì il romanzo Come Dio comanda, edito da Mondadori, accolto con favore dal pubblico, ma non dalla critica: nel 2007 si aggiudica però il premio Strega. Il grande Salvatores, per fortuna, non lo lascia in pace, e da’vita dal soggetto della storia al film Come dio comanda (2008). Nel 2009 fu edito, stavolta da Einaudi, Che la festa cominci, per il quale ha ottenuto una candidatura al premio Alabarda d’oro 2010.
Grande appassionato di musica, tiene una rubrica su “xL”, mensile del Gruppo Editoriale L’Espresso nato con lo scopo di lanciare nuovi protagonisti della scena musicale, proprio come accadde a lui con la scrittura, sua unica e reale vocazione che nessun titolo accademico avrebbe mai potuto donargli. Oggi, il suo “io e te” è tra i titoli più venduta a “La Feltrinelli”.
Romanzi
- branchie!, Ediesse, 1994.
- Fango, Mondadori, 1996.
- Branchie, Einaudi, 1997 – nuova versione
- Ti prendo e ti porto via, Mondadori, 1999.
- Io non ho paura, Einaudi, 2001.
- Come Dio comanda, Mondadori, 2006.
- Che la festa cominci, Einaudi, 2009.
- Io e te, Einaudi, 2010.
Racconti
- Seratina (con Luisa Brancaccio), in Gioventù cannibale, Einaudi, 1996.
- Alba tragica, in Tutti i denti del mostro sono perfetti, Mondadori, 1997.
- Enchanted Music & Light Records (con Jaime D’Alessandro), in Il fagiano Jonathan Livingston – manifesto contro la new age, Minimum Fax, 1998.
- L’amico di Jeffrey Dahmer è l’amico mio, in Italia odia, Supergiallo Mondadori, 2000.
- Fa un po’ male, Micromega, 2002.
- Sei il mio tesoro, in Crimini, Einaudi, 2005.
- Giochiamo? (con Antonio Manzini), 2 CD+libro, Mondadori, 2008.
Altro
- Nel nome del figlio – l’adolescenza raccontata da un padre e da un figlio (con Massimo Ammaniti), Mondadori, 1995.
- Anche il sole fa schifo, Rai Eri, 1997.
- Il siero della vanità, soggetto, 2004.